C’era un terrazzino,o meglio c’è ancora,che da su un cortile.
C’erano piante fiorite disposte sui lati,un innaffiatoio rosa dimenticato in un angolo e un paio di sedie in ferro battuto appoggiate alla parete.
Quella parete non era una parete normale,era un dipinto.
Un trompe l’oil stupendo.
Il cortile sembrava non finire mai,bensì continuava oltre le cancellate finemente decorate che si aprivano su una strada di acciottolato fiancheggiata da alberi fioriti.
Tra l’azzurro del cielo spiccava un piccolissimo aereo,simbolo di libertà nella mia testa di bambina.
E poi prati verdi a perdita d’occhio,aiuole fiorite e alberi da frutto contornavano il paesaggio.
Adoravo sedermi a giocare proprio nell’angolo più estremo del terrazzino.
Se sporgevo appena appena la testa,potevo guardare il cortile e perdermi nel dipinto sulla parete.
Quel dipinto l’avevo visto un sacco di volte eppure riuscivo a passare pomeriggi interi ad immaginare storie ogni volta diverse.
Sognavo di essere in quel cortile e di poter attraversare il muro per raggiungere luoghi fantastici.
Più volte sono stata sgridata perché passavo le ore a guardare nel cortile dei vicini.
Quel cortile non era quasi mai popolato…
E io che mi chiedevo come si faceva a stare in casa quando appena fuori c’era un luogo incantato.
Ricordo di averlo visto anche da vicino quel cortile.
E anche la parete così egregiamente dipinta dal proprietario.
L’ho addirittura toccata con mano.
Più volta la moglie del proprietario mi aveva invitato a giocare in quel cortile.
Eppure…preferivo restare sul terrazzino,le gambe ciondolanti oltre il bordo,ossute contro le sbarre di ferro.
Spesso e volentieri mi si intorpidivano a forza di restare nella stessa posizione per ore.
Riuscivo ad accorgermi se spostavano un vaso,compravano una pianta nuova o per una sera non innaffiavano.
Alla faccia della privacy.
Ma ero troppo piccola per aver già visto il famoso film di Hitchcock e non conoscevo certo la storia del reporter Jeff e della bella Lisa Freemont.
Soprattutto l’uso del binocolo,gelosamente custodito nell’armadio di mio nonno,per me era severamente vietato.
Con il passare del tempo la mia morbosa curiosità per quel cortile si affievolì e per parecchio tempo non ho più guardato oltre la parete.
Fino a questa mattina.
Sono salita di sopra,ho tossito un pò per la polvere,ho schivato qualche ragnatela e mi sono sporta.
Tra pezzi di muro mancanti era ancora là.
Più sbiadito e molto meno verde di come lo ricordavo.
Forse ancora più interessante,con quel vedo e non vedo.
Ad esempio,l’aereo non si vede più,al suo posto una macchia grigia si è mangiata il mio sogno di bambina.
Ma io me lo ricordo.
Un lampo grigio scintillante in quel cielo sempre azzurro,anche quando pioveva.
Chissà dove andava…quali terre esotiche avranno raggiunto i passeggeri…
“Lisaaaaaa,non dirmi che stai ancora guardando in quel cortileeee“.
Mia nonna ha faticosamente salito le scale e me la ritrovo dietro le spalle.
Mi sembra ancora di esser bambina con quel suo rimprovero e per un attimo il tempo si è fermato..
“Dai,sporgiti anche te. Stai attenta però” le dico.
L’aiuto a spingersi un pò oltre il bordo,lei sa bene dove dirigere lo sguardo per vederlo.
Il sole illumina il cortile e per un attimo lo vediamo di nuovo,in tutto il suo splendore.
I nostri occhi adulti scrutano curiosi oltre il muro.
CROSTATINE SULLA FINESTRA : fragola e cioccolato bianco
300 gr di pasta brisee
500 gr di fragole fresche già pulite
350 gr di zucchero
1/2 limone
80 gr di cioccolato bianco
per la pasta brisee :
(ricetta tratta dal ricettario Kitchen Aid)