Vi ho già raccontato della mia paura, anzi fobia dei cani.
Quello che non vi ho detto è che da piccola avevo una propria avversione verso tutti gli animali.
Potrebbe essere colpa delle scimmie che allo zoo di Pistoia mi avevano sputato in testa durante la gita scolastica?
Oppure per il lama che mi è corso dietro al circo americano?
Non serve raccontarvi che pure il lama mi ha sputato vero?
Forse questa avversione doveva essere reciproca, che dire.
Comunque, mia madre provò in tutti i modi a farmi conoscere e amare gli animali.
Si incaponiva soprattutto portandomi spesso alla fattoria della sua amica in aperta campagna.
Dove ogni volta venivamo accolte festosamente, si fa per dire, dalle sue oche da guardia.
Nemmeno il più feroce dei pastori tedeschi reggeva il confronto con loro.
Io avevo chiaramente paura e le oche starnazzavano a più non posso, finché l’amica di mia madre non le richiamava all’ordine.
E loro come brave soldatine si mettevano sull’attenti.
Ne avevo talmente paura che i due vecchi maremmani mi sembravano quasi simpatici.
In quegli anni ho conosciuto non solo le oche, ma anche i maiali, le mucche e le capre.
Ho visto crescere i conigli e i pulcini.
Spalato il fieno, almeno finché non mi è venuta l’allergia.
Raccolto le uova e l’insalata.
Forse è per quello che ancora oggi mi è rimasta questa voglia di campagna che tento di alleviare zappando l’orto come se non ci fosse un domani.
Ritornando agli animali, nonostante mia madre ci abbia provato, io sono sempre rimasta sulle mie di fronte ad un quadrupede o bipede, di razza animale.
Ho sempre avuto un sano rispetto dovuto da un non sano terrore.
Non si è mai capito il perché ma io e gli animali non andavamo d’accordo.
Questo fino a qualche tempo fa.
Come ben sapete negli ultimi mesi è arrivato in famiglia uno splendido quattrozampe.
E mi ha salvato la vita.
Meglio tardi che mai mi viene da dire.
Mia madre è leggermente infastidita dal fatto che un cucciolo (di oramai 40 chilogrammi) è riuscito in quello in cui lei aveva miseramente fallito.
Ma le passerà…
Io nel frattempo, mi godo tutto quello che mi ero persa in questi anni amando e lasciandomi amare dal mio splendido Denver.
Passo gran parte della mia giornata con lui e parliamo tantissimo, o meglio io parlo e lui ascolta.
E’ molto curioso, soprattutto quando sono indaffarata in cucina.
Oggi ad esempio gli ho mostrato come si preparano le tagliatelle.
Con le uova d’oca per la precisione.
E lui si è dimostrato interessatissimo alla cosa, soprattutto all’enorme uovo bianco che troneggiava sopra la sua testa.
Deve aver pensato fosse il suo compleanno e Natale insieme per aver meritato un uovo tanto meraviglioso.
Ma aveva pensato male…l’uovo sodo solo di sabato sera e oggi è mercoledì.
Stasera tagliatelle!
- 250 gr di farina 1
- 1 uovo d'oca
- acqua
- sale
- olio
- Formate una fontana con la farina e inserite l'uovo al centro.
- Iniziate ad impastare con decisione unendo un cucchiaio di acqua per rendere più elastica la pasta.
- Continuate fino ad ottenere un impasto sodo e liscio.
- Coprite con un canovaccio e lasciate riposare una decina di minuti.
- Mettete sul fuoco una casseruola capiente con acqua salata e un filo d'olio, così la pasta non si attaccherà.
- Tirate la pasta aiutandovi con la farina fino ad ottenere una sfoglia sottile e quasi trasparente.
- Infarinate bene, richiedete su se stessa e con un coltello ben affilato ritagliate le vostre tagliatelle.
- Apritele con le mani scuotendole più volte.
- Quando l'acqua bollirà aggiungete le tagliatelle e alzate la fiamma.
- Appena vengono a galla sono pronte.
- Scolatele dall'acqua e conditele a vostro piacimento.
- Nel mio caso ho condito le tagliatelle questo buonissimo ragù