Settembre, quasi un gennaio.
Tempo di nuovi progetti, di ripartenze e nuovi inizi anche per chi non si è mai fermato.
Comincia così questo mio autunno.
Tante cose bellissime e nuove sfide.
Soprattutto ritorna la voglia di mangiare bene, di preparare pietanze elaborate ed impastare con le mani.
E’ quasi una medicina per me.
Sentire la farina tra le dita, constatarne la ruvidezza e il profumo di buono.
Profumo di altri tempi, di cose preparate nel tepore di casa.
Impastate a mano perché solo così si può veramente sentire l’incordatura giusta.
L’elasticità della pasta e la ruvidezza perfetta.
Impastare e impastare ancora fino a quando si ottiene una pasta soda e liscia al tatto.
E’ una cosa di cui non posso fare a meno.
Ha un che di corroborante e allo stesso tempo rilassante.
Mi riporta alle domeniche dai nonni.
Cascasse il mondo, a pranzo c’erano sempre le tagliatelle.
Io e mio fratello facevamo la spola al tagliere per assaggiare un po’ di pasta cruda.
Tra sbuffi di farina la nonna ci rimproverava.
Benevolmente però, le piaceva averci intorno mentre stendeva la sfoglia.
Nel tepore della cucina, con il pentolone per l’acqua che sobbolliva sulla fiamma.
Il rivestimento di candide mattonelle umido per la condensa.
Il tagliere estratto dal vano della tavola e poggiato sopra.
Cosparso di farina e al centro, sotto ad un canovaccio umido, la pasta fresca.
Il riposo fa la magia, diceva la nonna.
Rende perfetta ed elastica la pasta.
Sembrava che non ascoltassi al tempo, ma le nozioni importanti ho cercato di impararle tutte.
Forse è per questo che ogni volta che preparo la sfoglia (pasta fresca detto alla riminese) ritorno un po’ bambina.
In quella cucina calda ed accogliente, con la nonna a farmi da mentore.
Mangio un pezzetto di pasta cruda di nascosto, riesco ancora a sentire la voce della nonna che mi sgrida.
Oggi le racconto che preparerò spaghetti verdi fatti in casa utilizzando una farina speciale, apposita per la pasta fresca e lei mi dice che sono diventata davvero brava.
Sono anni che ha appeso il matterello al chiodo, per cui adesso abbiamo fatto cambio.
Io preparo la pasta fatta in casa e la porto a lei, dopotutto qualcosa le devo.
- 150 g farina Molino Quaglia, Gran Pasta
- 90 g semola di grano duro
- 120 g spinaci freschi tritati
- 2 uova
- olio evo
- 50 g burro
- 10 g tartufo scorzone
- Preparate la pasta formando una fontana con la farina al centro del tagliere.
- Inserite le uova e gli spinaci al centro e iniziate ad impastare.
- Unite poco alla volta anche la semola e impastate a più riprese fino a formare un composto sodo ed elastico.
- Coprite con una ciotola e lasciate riposare almeno 30 minuti.
- Riprendete la pasta e impastate brevemente per ridarle vigore.
- Ora prelevatene una parte ed assottigliatela con le mani.
- Passate nella sfogliatrice, fino ad ottenere una sfoglia non troppo sottile. (Io utilizzo la misura 3)
- Stendete tutte le strisce di sfoglia e mettetele su una superficie infarinata a riposare ed asciugare per almeno 1 ora.
- Preparate l'accessorio per i tagliolini nella vostra sfogliatrice e passate la vostra sfoglia.
- Raccogliete gli spaghetti che si formeranno ed avvolgeteli in matassine.
- Buttate gli spaghetti in acqua bollente in cui avrete aggiunto un filo di olio per far si che non si attacchi la pasta.
- Appena verranno a galla, spegnate la fiamma e scolateli.
- Conditeli subito con burro fuso in cui avrete tritato 3/4 del tartufo.
- Guarnite con il tartufo rimasto tagliato a lamelle.
- Gustate caldi!
- A seconda dell'umidità può variare il tempo di attesa.
- Io consiglio di aspettare sempre qualche minuto in più, così gli spaghetti non si attaccheranno.