Chi non legge,
a 70 anni avrà vissuto
una sola vita : la propria.
Chi legge avrà vissuto 5000 anni:
c’era quando Caino uccise Abele,
quando Renzo sposò Lucia,
quando Leopardi ammirava l’infinito…
Perche la lettura è un’immortalità all’indietro.
Umberto Eco
Ho sempre amato leggere.
Già da piccolissima ho ricordi di me intenta a sfogliare libri.
All’inizio,quando ancora non sapevo riconoscere le parole,mi limitavo a girare le pagine e perdermi nei disegni dei libriccini per bambini che mia madre mi comperava.
Ho vividi ricordi di una collana di libretti,di poche pagine,che raccontavano le vicissitudini della protagonista.
Mia madre me li comperava dal giornalaio e ogni volta per me era una festa.
Sfogliavo le pagine sottili,così diverse dai libri veri che giravano per casa.
Mia madre mi leggeva la storia e io mi perdevo nei disegni che corredavano il giornaletto.
Potevo anche inventare storie tutte mie,basandomi solo sulle figure e sulla mia fervida immaginazione.
Ricordo anche i libri pop up,quelli che quando giri le pagine,come per magia si ergono castelli e principesse in 3d.
Mi piacevano tanto,uno in particolare.
Me l’aveva regalato la zia per Natale e credo di averlo consumato a furia di girare le pagine.
Non nascondo di aver letto anche tanti,tantissimi Topolino.
All’epoca in cui esistevano le librerie scambio,il sabato pomeriggio lo passavo seduta sul polveroso pavimento a scambiare giornaletti nuovi con i miei usati.
Cominciare a leggere,per davvero,per me fu una grande vittoria.
Ricordo ancora le prime volte,mi sentivo esaltata.
Ho capito solo più avanti il vero significato di leggere.
Il significato più profondo,l’importanza.
Credo di base ci sia la curiosità,e io sono molto curiosa.
Ho sempre voluto conoscere realtà diverse dalle mie,a partire dalla piccola fiammiferaia passando per Jack Folla e finendo dalla Fallaci.
Tutte storie diverse,alcune vere altre inventate.
Ma sempre storie.
Possono piacerti oppure no,puoi trovarti d’accordo con lo scrittore oppure no,eppure ognuna di questa ci lascia qualcosa.
E soprattutto ci fa conoscere altri mondi.
Io ho sempre creduto che fosse importante immedesimarsi nelle vicissitudini altrui,negli usi e consumi di altre popolazioni e di altre epoche.
Ricordo ancora lo sgomento nel leggere il diario di Anna Frank.
E la curiosità,quasi morbosa,del sapere come proseguiva la storia.
Probabilmente è stato quel libro a smuovere la mia voglia di sapere.
La voglia di conoscere di più su alcune vicende e alcune persone.
Quella voglia di sapere che mi porta ancora oggi a sfogliare libri vecchi un secolo,a respirare polvere nell’archivio di stato e a fare le ricerche più disparate.
E vi dirò una cosa,a me i libri piacciono belli pasciuti.
Nello stile di Guerra e Pace,se vogliamo.
Più pagine ci sono e meglio è per me.
Mi sento sicura,protetta dall’odore della carta.
Se poi sono anche “vintage” sono al massimo delle mie aspirazioni.
Non ho un genere preferito,vado molto a periodi.
C’è stato il periodo dei gialli e degli horror,dei romanzi e delle biografie,dei libri di cucina e di quelli numerici.
A volte mi piace anche rileggere alcuni libri che adoravo da ragazzina.
Qualche tempo fa ho riletto Il Giardino Segreto,di Barnett.
Con la stessa emozione di quando l’ho letto la prima volta.
Sto pensando anche di rileggere Il Buio oltre la siepe,che ormai non lo ricordo più.
L’importante è leggere.
Senza non so stare.
Se c’è una costante nella mia vita,è proprio questa.
La mia sete di sapere mi porta a non passare un giorno senza leggere almeno un paio di pagine.
Magari nemmeno dallo stesso libro,e non vi dico il casino che si crea nella mia testa passando da un ricettario a un romanzo d’epoca.
Però è come una malattia,un’arsura di storia costante.
E’ un bisogno,che si fa impellente quando passo troppo tempo davanti a questi moderni schermi luminosi.
Ho necessità che i miei sensi trovino conforto nella carta stampata,nell’odore e nel fruscio.
Allora sento che la testa si rilassa e piano piano mi rilasso anche io…
Seduta sul mio comodo divano posso essere ovunque.
Posso essere in Francia,nei giardini della Loira,ai tempi del Re Sole.
Ma anche a Forlì,nella cucina di Pellegrino Artusi o in Africa tra i Masai.
Leggere ti permette di viaggiare rimanendo comodamente a casa tua,davanti al camino.
Certo,non è la stessa cosa.
Ma è meglio di niente.
Anzi,per alcuni versi è anche meglio.
Me lo dite voi,come facevo ad andare a Tara,che nemmeno esiste?
BAGELS…ricetta di Jamie Oliver
ingredienti : 11/12 bagels
480 gr di farina manitoba
50 gr di farina 00
250 ml d’acqua
7 gr di lievito di birra secco
3 cucchiai di olio evo
7 cucchiai di miele millefiori
2 uova
1 cucchiaino di sale
semi vari (sesamo,sesamo nero,papavero e finocchio)
Unite l’acqua,un uovo e 3 cucchiai di miele in una contenitore.
Emulsionateli tra loro e mettete da parte.
In una ciotola (io uso l’impastatrice) miscelate le farine,il sale e il lievito.
Aggiungete la miscela con l’uovo e impastate velocemente e per almeno 10 minuti. (Stessa cosa se usate un robot).
Impastate finché non otterrete un composto sodo ma elastico. Formate una palla e mettetela a riposare in una ciotola,leggermente unta con un filo di olio.
Coprite con un canovaccio umido e lasciate lievitare per almeno 2 ore.
Ora,sgonfiate leggermente l’impasto e formate 12 pagnottine.
Io con queste dosi ne preparo 11,perché li lascio leggermente più grandi.
Formate delle palline e con il pollice infarinato (tuffatelo direttamente nella farina) formate un buco al centro.
Insistete un pochino,perché i buchi in cottura tenderanno a restringersi.
Ricoprite con un canovaccio umido e mettete una pentola capiente sul fuoco con i 4 cucchiai di miele rimasti e abbondante acqua.
Portate a bollore e abbassate la fiamma.
Tuffate i vostri bagels quattro per volta,fate cuocere per 2 minuti poi girateli e fate cuocere altri 2 minuti.
Con una ramaiola togliete dal fuoco e posizionate su un vassoio o un ripiano rivestito con un canovaccio pulito e asciutto,a scolare l’acqua in eccesso.
Fate così per tutti i bagels che avrete preparato.
Ora foderate una teglia da forno con carta apposita e posizionate i bagels abbastanza distanziati tra loro,tendono a crescere in cottura.
Sbattete l’uovo rimasto e spennellatelo sopra la superficie dei vostri bagels. Cospargete di semi vari,qua potete sbizzarrirvi e andare secondo il vostro gusto.
I miei preferiti sono i semi di sesamo neri.
Cuocete in forno già caldo a 180° per 20 minuti circa,i bagels devono essere belli dorati in superficie.
Lasciate freddare su una griglia e servite tiepidi.
Potete farcirli con qualsiasi ingrediente a vostro piacimento.
Io oggi ho utilizzato semplice insalata,pomodoro a fettine e uova alla benedict.
Se,e dico se,rimangono…potete richiuderli in un sacchetto gelo per conservarli. Potete anche congelarli e utilizzarli in seguito,riscaldandoli in forno.
Buon appetito!