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Il Pane e Affini

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MARE MARE

14 Maggio 2013

Ho già detto quanto io ami la primavera? Il sole,il mare,la mia Rimini e ultima ma non ultima la birra?

Se ancora non l’aveste capito adoro tutto ciò e oggi vi faccio un regalo.
Con la mente e purtroppo solo con la mente,oggi vi porto al mare.
Si perché per un riminese,appena spunta un pò di sole è d’obbligo la capatina in spiaggia…Per la verità oggi è già la terza volta che vado al mare…
Beata me…
Comunque non tergiversiamo.
Preparo la borsa : asciugamano perché oggi c’è vento e il pareo volerebbe via,protezione solare dato che l’ultima volta mi sono scottata,cuffie per la musica,una banana(il mio frugale pranzo),il libro di Love Story scovato ieri a un mercatino e sono pronta.
Mi lego i capelli in una coda di cavallo,indosso il casco e parto per il mare.
Sole cocente e profumo di fiori mi accompagnano per il mio percorso.
Pochi minuti e arrivo sul lungomare.
Chi conosce Rimini lo sa,capisci che è arrivata la stagione quando senti quel profumo.
Un misto di crema abbronzante e fiori.
Ti pervade e in quel momento sai che è già virtualmente arrivata l’estate.
La spiaggia è quasi deserta,i bagnini che sistemano lo stabilimento per la stagione ormai alle porte,qualche turista e naturalmente qualche fortunato riminese che come me può godersi il mare anche durante la settimana.
Scordatevi l’immagine della Rimini ad agosto,con il pienone di turisti e i lettini praticamente affiancati uno all’altro…
Quella di oggi è un’altra storia.
Oggi posso godermi la solitudine,musica nelle orecchie e un bel libro.
Le onde si infrangono sulla riva.
Aquiloni da kite svolazzano nel blu. Confusi tra cielo e mare…
La sabbia è calda e impalpabile sotto i miei piedi,mi stendo sul letttino lasciandomi baciare dal sole.
Potrei essere anche in vacanza…
E’ caldo malgrado ci sia abbastanza vento e mi lascio cullare dalla musica.
Rilassata al massimo.
Trascorro il pomeriggio così,tra una pagina del libro e una pennichella.
Nei momenti di lucidità inizio a pensare alla cena… 
Certo con un caldo così questa sera si potrebbe anche cenare in giardino…
Voglio portare un pò di questo pomeriggio a casa con me,per cena. 
Cenetta messicana e una birra gelata (si,lo so,sono ripetitiva con ste birre…ma che ci volete fare,ve l’ho detto che l’adoro!) sono perfette.
Preparerò delle tortillas e il mio chili di carne,peperoni grigliati ripieni al formaggio e altri stuzzichini.
Però altri 5 minuti di relax non me li toglie nessuno.






TORTILLAS MESSICANE 



ingredienti : 




300 gr di farina (io uso la farina normale,sono allergica al mais)
200 ml di acqua 
3 cucchiai di olio evo
1/2 cucchiaino di sale


Setacciate la farina in una grande ciotola,unite l’acqua in cui avrete già fatto sciogliere il sale e aggiungete l’olio.
Mescolate con un cucchiaio finchè non avrete amalgamato tutti gli ingredienti.
Ora versate l’impasto su una spianatoia cosparsa di farina e iniziate ad impastare. Lavorate per 10 minuti circa,meglio 15…
Quando l’impasto diventerà bello liscio e sodo sarà pronto.
Coprite con un canovaccio umido e fate riposare 10 minuti.
Una volta pronto allungatelo leggermente e tagliate in 6/8 parti uguali,dipende dalla grandezza desiderata.
Ricavatene altrettante pagnotte e stendetele sottili con un matterello. Scaldate un testo per piadina o una teglia antiaderente di forma rotonda,in alternativa utilizzate una padella sempre antiaderente. Cuocete per 1 minuto circa per lato,quando si formeranno le bolle bucatele con una forchetta e girate la tortillas. Mantenetele al caldo in un canovaccio pulito man mano che le cuocete.
Farcitele a piacimento.
Sono ottime anche con gli affettati e potete utilizzarle anche al posto del pane con ogni pietanza.




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PER NON DIMENTICARE

15 Aprile 2013

Sono tutti lì.
I ricordi della mia tenera età.
Come vorrei fossero tutti scritti per non dimenticarli!
I migliori sono i racconti di mio nonno Zeno…come mi facevano emozionare le sue storie sulla guerra,su come la levatrice fece nascere la mia bisnonna,il veliero tatuato sul petto del mio trisnonno…
Sono parte di me,della mia famiglia.
Uno zio che torna dalla Germania,dove era prigioniero,a piedi.
La zia di mia nonna che perde il marito nel bombardamento del sottomarino,dopo una sola settimana dalle nozze…
Ricordi e solo ricordi.
Ma senza ricordi che persone siamo?
Se non li teniamo vivi nella nostra mente se ne fuggono via lontani.
Io vorrei portarli tutti con me e tramandarli ai miei figli e ai figli dei miei figli!
Ce n’è uno in particolare che non voglio dimenticare.
Rimini,tempo di guerra,anni ’40.
Con 396 bombardamenti nel giro di 10 mesi,centinaia di morti e l’80 per cento della città distrutta,i riminesi decisero di abbandonare la città,lasciandola in mano ai soldati.
Sfollarono nelle campagne e nella vicina San Marino.
Mio nonno mi raccontava di come pativa la fame e di come si sentisse amareggiato nei confronti dei soldati che avevano preso possesso della casa della sua famiglia,miracolosamente intatta.
Erano giorni faticosi,vivevano nei rifugi,tutti insieme…poco cibo e bombe che esplodevano tutti i giorni attorno a loro.
Non riesco neanche a immaginare quanto dovesse essere dura.
Comunque un giorno mio nonno non si da pace,è stufo della situazione e ha parecchia fame.
Decide di allontanarsi dal rifugio in cui erano sfollati e armato di coraggio,si avventura nelle vicinanze di casa.
Mi diceva “Quel giorno,per un pezzo di pane,ero disposto a tutto…”. E il pensiero di tutti quei soldati in casa sua lo faceva impazzire.
Arriva nei pressi di casa,si da un’occhiata intorno,campo libero… Un fulmine,in un paio di secondi era entrato,aveva preso un filone di pane e si era rimpossessato della sua preziosa macchina fotografica.
Forse non fu abbastanza veloce e un soldato lo vide…
ACHTUNG ACHTUNG!
Non so perchè lo lasciarono andare visto che a quei tempi non si scherzava,forse gli fece pena perchè aveva rischiato la vita per un pezzo di pane… ( Chiaramente la macchina fotografica era ben nascosta! ).
Ma così fu. Ogni volta che me lo raccontava si emozionava e mi diceva di come era tornato fiero al rifugio,VIVO e con del pane per la sua famiglia e gli amici.
Mi sembra ancora di sentire la sua voce…
Questo racconto mi ha sempre emozionato,se quel giorno qualcosa fosse andato storto io ora non sarei qui a tramandarlo a voi.
Avrei potuto abbellirlo o renderlo più avvincente ma non sarebbe stato reale.
Io ve l’ho raccontato sinceramente,proprio come lui lo raccontava a me.
Ora so che almeno una delle sue storie non verrà dimenticata.







































( Rimini fotografata dall’alto durante i bombardamenti, foto scaricata dalla rete ) 






IL PANE PREZIOSO




ingredienti :


500 gr di farina auto-lievitante speciale per pane
300 ml circa di acqua tiepida
2 cucchiai di olio evo + 1 per spennellare
1 cucchiaio di sale



Se non possedete una macchina per il pane,potete usare una ciotola di grandi dimensioni. 
Unite la farina,il sale,l’olio e l’acqua a filo.
Aggiungete l’acqua poco per volta,potrebbe servirne meno.
Mescolate energicamente con un cucchiaio di legno, e quando l’impasto diventerà omogeneo,toglietelo dalla ciotola e lavoratelo per 10/15 buoni su una spianatoia infarinata.
Non smettete fino a che non diventerà liscio e molto elastico.
Riponetelo nella ciotola infarinata e copritelo con un canovaccio umido. Lasciatelo lievitare per 1 ora circa.
Ora dategli pure la forma che volete,io ho optato per tre pagnotte leggermente allungate.
Ricoprite con il canovaccio umido e questa volta fate lievitare per 3/4 ore. Mezz’ora prima di infornare,praticate dei tagli obliqui sulla superficie così il pane crescerà maggiormente.
Spennellate le pagnotte con l’olio e cuocete per 15 minuti a 200°.(Io ho usato una teglia ricoperta con la carta forno.)
Abbassate la temperatura del forno a 180° e cuocete per altri 20 minuti,lasciate che il pane diventi bello dorato e croccante.
Una volta cotto sfornatelo e fatelo raffreddare su una griglia…Sempre che resistiate alla tentazione di mangiarne un pezzettino caldo e fragrante!






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ERA UNA NOTTE BUIA E TEMPESTOSA…

19 Marzo 2013

Stanotte non mi riesce di dormire.
Colpa del vento che sibila nervoso dietro gli scuri.
Mi giro e mi rigiro nel letto ma non riesco a prendere sonno.
Folli pensieri invadono la mia mente.
Devo scacciarli.
O almeno ci provo.
Cerco di pensare a qualcosa di bello…
Il picnic che facevo con i nonni a primavera…
Le ultime vacanze…
Ma non c’è verso. Non trovo la pace.
Allora mi alzo e vado in cucina.
Siamo solo io e la luce del frigorifero a darmi conforto.
Osservo il cibo.
Lui ha il potere di rilassarmi e farmi perdere in soffici pensieri. Come i miei panini per hamburger.
Il folle pensiero prende forma nella mia mente.
Verso la farina sulla spianatoia e comincio a impastare.
Bastano 10 minuti e poi deve lievitare.
La pace finalmente trovata mi fa assopire…Mi sveglio giusto in tempo per preparare le pagnottine e poi di nuovo sotto il canovaccio. Sento Morfeo che mi chiama,ma non è ancora il tempo.
Il forno si scalda. Una spennellata con l’uovo sbattuto e verso a pioggia i semi di sesamo.
La cucina è inondata di calore,il trillo del timer mi sveglia e mi avvisa che posso sfornare i panini.
Soffici e dorati sono un conforto per gli occhi e la mente.
Aaaah,finalmente precipito tra le braccia di Morfeo.
















































ingredienti :


500 gr di farina 
50 gr di zucchero
2 cucchiaini di sale 
1 bustina di lievito di birra disidratato
40 gr di burro
1 uovo + 1 per spennellare
200 ml di acqua
semi di sesamo

Fate ammorbidire il burro. Versate la farina su una spianatoia e unite tutti gli ingredienti. Aggiungete l’acqua un poco alla volta,potrebbe servirvene meno.
Iniziate a impastare e lavorate per circa 10 minuti. L’impasto deve gonfiare leggermente.
Ungete una ciotola e adagiatevi la pasta,inumidite uno strofinaccio e lasciate lievitare per 2 ore almeno.
A questo punto lavorate l’impasto e formate 9/10 pagnotte.
Io per fare i panini tutti uguali,uso una tazza.
La premo bene sulla pagnotta e elimino la pasta in eccesso che fuoriesce dal bordo. In questo modo i panini si gonfiano e vengono belli rotondi.
Adagiateli su una teglia rivestita con carta forno oleata,ricoprite con lo strofinaccio e lasciate riposare per circa 1 ora. Spennellate con l’uovo sbattuto e cuocete in forno caldo a 180° per 18/20 minuti. La parte superiore deve diventare di un bel dorato brillante.



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LA PIADA A CASA DI ELISA

17 Marzo 2013

Una zemna ad faroina,                 Una manciata di farina,
un pezg ad sael foin,                 un pizzico di sale fino,
un pò ad carbonato                    un pò di bicarbonato
e de strot ad bagoin.                 e dello strutto di maiale.


L’as smorta sa dl’acqua,              Si impasta con dell’acqua,
us fa polot dour                      si fa una palla dura
che us sporbia ad faroina             che si spolvera di farina
pu us ciapa e s-ciadeur.              poi si prende il matterello
                                      
Us teia la spoia                      Si assottiglia la sfoglia
cla venga ben tonda                   che diventi ben rotonda
pu saura la teggia                    poi sopra la teglia
l’as fa dvantae bionda.               si fa diventare bionda.


L’as magna scruchenta                 Si mangia croccante
sa gl’ierbi e parsot,                 con le erbe e il prosciutto
fintaent che la “caenta”              fino a quando la “canta”
l’han ciapa un pò tot!                non prende un pò tutti!




(L. Vannoni, La piadoina)












Oggi parliamo di Piadina.
Non ci sono parole per descrivere la passione di un Romagnolo per la piada. E’ il nostro “pane”.
Anche Giovanni Pascoli parlò dell’Azimo santo e povero,il pane di passaggio,lo chiama.
Si perchè una volta la piadina veniva preparata tra una pagnotta di pane e l’altra…comoda da fare perchè non deve lievitare e economica da cuocere perchè non si usa il forno.
La sapevano lunga i contadini di una volta…
Ora la piada viene mangiata sempre,conosco persone che sono anni che non toccano pane,tanto c’è la piadina…meglio di quella!
La piada si può mangiare con tutto,e forse è proprio per questo che piace tanto. E’ impareggiabile con il prosciutto o il salame. Ma è buonissima anche con il pesce,un esempio di base è la piada con i sardoncini e la cipolla rossa…
L’avete mai assaggiata con la Nutella? O la marmellata? 
E’ perfetta.
Io l’adoro con il pecorino e il miele…
Nell’entroterra romagnolo la fanno addirittura fritta!
Non è proprio leggera,ma è squisita!
E ci puoi fare anche la piadizza…usi la piada come base e poi la condisci come una pizza.
Questi sono solo alcuni esempi dell’ecletticità della piada.
Io senza piada proprio non so stare.
Ricordo una volta in vacanza,in un’isoletta sperduta al confine con la Malesia,lo stupore nel trovare nel menù di un chiringuito la piada con prosciutto cotto e formaggio.
Non ho resistito e ho DOVUTO (per il bene della scienza culinaria) assaggiarla!!
Cosa ve lo dico a fare…alla fine altro non era che impasto della pizza e non piada ma vi assicuro che dopo un mese di cucina Thai,un sapore “quasi” di casa è impareggiabile.
Volete fare la piadina? Allora auguri,se chiedete la ricetta a qualsiasi zdora (la regina del focolare) romagnola,vi dirà di non sapere le quantità perchè la fa a occhio.
La mia piada preferita,e si perchè non sono tutte uguali come avrete capito,visto che ogni romagnola la fa a occhio,è quella che prepara mia suocera.
Ma oggi la faccio io!






ingredienti : 


500 gr di farina di grano tenero
100 gr di strutto di maiale
4 grammi di bicarbonato
1 pizzico di sale
acqua qb. (io ne ho usata 400 ml circa)
olio evo




Versate la farina a fontana e unite lo strutto,lavorate con una forchetta e aggiungete il sale e il bicarbonato. Unita a poco a poco l’acqua e iniziate a impastare. L’impasto deve risultare sodo. A questo punto unite 1 cucchiaio d’olio,impastate ancora.
Io aggiungo un altro cucchiaio di olio e continuo a lavorare la pasta per circa 10 minuti.
Siamo donna moderne,per cui potete usare anche un robot da cucina o un’impastatrice…non si scandalizza nessuno…però una lavorata anche a mano dategliela comunque,è meglio.
Formate delle pagnotte,con queste dosi vi verranno circa 6 piadine. Prendete una pagnotta,lavoratela con le mani appiattendola un pò,finite di stenderla con un matterello.
Stendete tutte le vostre pagnotte e scaldate su fuoco vivo un testo per piadine,se non l’avete potete usare una padella antiaderente ma non è proprio uguale!
Cuocete per un paio di minuti per lato,quando si formano le bolle è il momento di girarle. Se le bolle crescono eccessivamente schiacciatele con un coltello o una spatola.
Aspettate che raggiungano un bel colore dorato.
Vi consiglio di tenere al caldo quelle pronte dentro uno strofinaccio pulito,chiuso a pacchetto. Così mentre cuocete,le altre non si raffreddano. Servite calde e sbizzarritevi con i ripieni.