Troppo caldo per essere fine ottobre.
VELLUTATA AI FUNGHI & TARTUFO BIANCO
ingredienti : per 4 persone
olio evo
Troppo caldo per essere fine ottobre.
VELLUTATA AI FUNGHI & TARTUFO BIANCO
ingredienti : per 4 persone
Questa mattina sono andata a fare la spesa.
Nella bottega vicino casa,dove la verdura è verde e brillante e dove la frutta profuma di buono.
Qualche pomodoro,l’insalata,un paio di banane e una mela verde e succosa.
Mentre depositavo la mela in un sacchetto,una vecchina di rosso vestita,sceglieva delle belle mele di fianco a me.
Ci conosciamo tutti nel quartiere ma lei non l’avevo mai vista.
O forse non mi ero mai fermata abbastanza da notarla.
Le rivolgo un sorriso,mi piace essere cortese.
Gesto ormai sconosciuto in questa nostra società.
Il contorno delle labbra disegnato con mano oramai incerta di un rosa perlato,si incurva per rispondere al mio sorriso.
Mi avvio verso la cassa per pagare e mentre mi allungo verso l’aglio per prenderne una testa,ecco di nuovo la signora.
Questa volta si avvicina,mi mette una mano sulla spalla e…inizia a parlare parlare parlare.
Mi racconta delle sue figlie che non hanno tempo per andarla a trovare,che si sente sola,che fa le commedie in dialetto per mantenersi su con la testa.
Ecco,in quel momento ho provato pena per lei.
Ci si danna una vita intera per essere socialmente utili e si finisce a soffrire di solitudine.
Ho passato qualche minuto a chiacchierare con lei,a farmi raccontare equivoche barzellette e a spiegarle il perché dei miei tanti tatuaggi.
Pochi minuti rubati alla mia giornata che mi hanno fatto sentire bene,mi hanno fatto riflettere.
Sono tornata a casa,passo dopo passo,ripensando alle parole che mi aveva detto.
Al fatto che si sentisse sola.
Queste cose mi toccano sempre,penso alla mia di vecchina e alla sua di solitudine.
Penso alle sue giornata solitarie passate a fare le parole crociate e guardare la televisione.
Penso che oggi è martedì e i negozi vicino a lei sono chiusi e non avrà scambiato parola con nessuno da ore.
E’ così compongo il numero,il telefono squilla un paio di volte e poi la sua voce risponde.
Devo dirlo,quando mia nonna sente la mia voce al telefono,le brillano gli occhi.
Lo percepisco anche se non la vedo.
Oggi si preoccupa perché sente che ho ancora una brutta tosse,mi elenca tutte le variazioni delle medicine che prende e mi racconta per filo e per segno cos’ha mangiato a pranzo e cosa mangerà per cena.
Mi chiede se va tutto bene,cosa ho mangiato a pranzo anche se le ripeto tutte le volte che io a pranzo non mangio mai e cosa cucinerò per cena.
Tredici minuti di telefonata,un paio di menù scambiati tra generazioni,la promessa che presto passerò a trovarla.
“Adesso che ho sentito la tua voce vado a dormire più serena” mi dice e io non ho il coraggio di riattaccare il telefono,sentendo i diecimila ciao che urla ancora alla cornetta.
Mi fa sentire bene quando la chiamo,mi sento amata.
Lei lo sa.
Lo sa,ma non glielo dico spesso.
Allora la richiamo,le dico che le voglio bene e lei non sta più nella pelle dall’emozione.
Telefonate alle persone che vi mancano,non aspettate.
Non aspettate di dire a chi amate che gli volete bene.
Fatelo ora che ne avete il tempo e l’opportunità.
Spesso e volentieri diamo per scontato tante cose,e presi dai mille pensieri quotidiani,ci dimentichiamo di esternare i nostri sentimenti con chi ci è accanto.
Le stesse persone che ci amano,
ci supportano e spesso ci sopportano.
Ditegli quanto sono importanti,fatelo ora.
COMFORT-TAGLIATELLA : al ragù di scarti
ingredienti per 4 persone :
per la pasta :
per il ragù :
Caldo caldissimo.
Almeno per essere il 2 di ottobre.
Anche oggi cielo azzurro e 28 gradi.
Ma non potrebbe essere così tutto l’anno?
Se proprio proprio l’inverno lo deve fare,magari che si limiti a dicembre…che si sa Natale con la neve è sempre magico.
E invece no.
A breve questi cieli limpidi (che manco ad agosto!) lasceranno spazio al grigio,alla nebbia,al freddo.
Già sono infastidita per il solo fatto di dover mettere il giubbotto quando sfreccio con il motorino per la città.
Qua la temperatura cambia nel giro di un paio di ore.
Sabato e domenica sono riuscita ad andare al mare.
Due giornate regalate,come si dice da queste parti.
Sole e caldo,i bagnini che piano piano chiudono gli stabilimenti,lavano i lettini e tu stai lì,a goderti l’ultimo sole con il groppo in gola.
Sai che potrebbe essere l’ultimo giorno in cui stai in bikini per parecchi mesi,l’ultimo giorno in cui il mare è azzurro invece di grigio.
Quest’anno poi prevedono molto freddo e tantissima neve.
I contadini dicono che serve per pulire l’aria e per avere una buona estate.
In effetti,l’inverno scorso non è stato freddo e quest’estate non è stato caldo.
Diciamo che agosto senza aria condizionata accesa,senza le lamentele per l’afa,con la felpa la sera e la trapuntina nel letto la notte…sembrava ottobre.
Ottobre o le vacanze estive dai nonni!
Che di estivo avevano solo qualche bagno al lago,
in costume si,
ma con un freddo pungente.
Ad agosto,quando andavo a passare qualche settimana da loro,la sera si accendeva già la stufa…
E se volevi fare la veglia in giardino,era d’obbligo il golfino appoggiato sulle spalle.
Mentre i miei coetanei mangiavano il gelato,alla canicola della città,io bevevo cioccolata calda a temperature sotto la media.
Non ricordo di aver patito mai tanto freddo come quando ero a casa dai miei nonni.
La cucina che fungeva anche da sala era riscaldata sia da una grande stufa che da un camino.
Ma il resto della casa era completamente al freddo.
Forse i caloriferi c’erano anche ma probabilmente non venivano mai accesi.
Ricordo che odiavo andare in bagno perché era come entrare in un igloo. Potevo fare i fumetti con il fiato tanto la temperatura era bassa.
Stessa cosa per le camere da letto.
Il mio lettino vicino al muro era sempre sotto lo zero.
Quando era inverno e fuori nevicava,io guardavo la neve scendere e rabbrividivo.
Allora mi rincantucciavo vicino alla stufa e guardavo la nonna che armeggiava per riscaldare il letto.
A quel tempo non c’era nessun tipo di coperta elettrica da impostare su temperature caraibiche.
A quel tempo mia nonna ravvivava il fuoco nella stufa,prendeva il mio pigiamino a righe azzurre e bianche e lo appoggiava sulle stecche della stufa.
Erano posizionate in alto e vi assicuro che quando indossavo il pigiama era meravigliosamente caldo,caldissimo.
Poi scaldava il latte nel pentolino di coccio bianco e di nascosto mi metteva sul fondo della tazza un cucchiaino di miele.
Da piccola lo odiavo,non mi piaceva proprio il sapore.
Però mi faceva bene per la gola,e così,anche se me ne accorgevo ogni volta e facevo un sacco di storie,poi finivo per bere tutto il mio latte.
Mentre giocherellavo con i biscotti bianchi e neri,togliendo la parte di cioccolata che non mi piaceva e inzuppando nel latte il resto,la nonna mi preparava il letto.
Prendeva la brace rovente dalla stufa,la inseriva in un pentolino che veniva posizionato all’interno del prete.
Un bagaglio di legno che alzava le coperte e al cui interno manteneva celato un caldo segreto,il pentolino con la brace calda.
Non so se abbia bruciato più lenzuoli questo aggeggio o mio nonno che soleva fumarsi una sigaretta a letto prima di dormire.
Spesso e volentieri si addormentava prima di spegnerla..
Comunque,l’attrezzo riscaldante andava tenuto sotto le coperte per qualche tempo,non troppo altrimenti per il calore faceva il buco passando lenzuola,imbottita e copriletto.
Quando era abbastanza caldo,la nonna rimuoveva il prete e mi faceva infilare a letto in gran velocità.
Mi rimboccava bene bene le coperte e poi prendeva il libro che tenevamo sul comodino proprio in serate fredde come quelle.
Era Pattini d’Argento,il mio preferito.
Me ne leggeva qualche pagina e io sognavo di sfrecciare sui quei pattini quasi magici…le guance paffute rosse per il vento freddo e la mani intorpidite anche se dentro i guanti.
Mia nonna mi raccontava che mi addormentavo sempre con il sorriso sulle labbra.
Lei mi dava un bacio e spegneva la lampada,lasciandomi ai miei sogni di bambina.
TOMINO MIELE & NOCI con misticanza di fiori eduli
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Stanotte ho fatto un incubo.
Mi sono svegliata,la bocca spalancata quasi a gridare aiuto e il corpo ricoperto di sudore freddo.
Non ricordo bene il brutto sogno ma è ben vivida nella mia mente l’oscurità in cui era immerso.
Un’oscurità tangibile,quasi potessi sfiorarla con la mano.
Avevo la sensazione di soffocare e nel mio tormento non riuscivo ad emettere alcun suono.
Nessun grido di aiuto.
Guardavo spaventata attorno a me,imploravo la salvezza di qualcuno ma nessuno riusciva a sentirmi.
Persa nel buio,senza poter proferire parola ne chiedere aiuto in alcun modo.
Nella disperazione più totale emetto un grido pieno del mio dolore.
Questa volta si sente un suono,sento la mia voce.
Allora continuo sempre più forte a urlare ma nessuno ascolta le mie grida.
Urlo fino a che ho voce,fino a che petali scarlatti come il sangue iniziano ad uscire dalla mia bocca.
Vomito rose.
Rosse rosse come la paura,come la passione e come il coraggio.
E’ allora che mi sveglio.
Mi siedo e respiro lentamente.
Ora mi riconosco.
So chi sono e la paura svanisce.
Per un attimo,perché poi anche da sveglia quella paura un pò mi assale…ma io posso tenerla a bada.
Con il mio coraggio,lo stesso che ho scoperto di avere tanti anni fa,quando è cominciata la mia catarsi.
Non è stato facile,spesso e volentieri mi sono ritrovata sola.
Completamente sola.
Ma con me stessa,che è già abbastanza.
Ho imparato ad amarmi come nessuno aveva fatto,a bastarmi quando avevo voglia di compagnia.
A non aver paura quando mi sentivo diversa in un mondo di burattini stereotipati.
Nel mio solitario cammino ho perso famigliari,amici e nemici.
Ma era il mio cammino ed è stato giusto che io lo percorressi,fino in fondo.
A qualunque costo.
Senza imposizioni o ridicole restrizioni.
A conti fatti,sono cresciuta bene.
Ho trovato l’amore e conosciuto persone speciali.
Mi accettano,mi amano e mi sanno ascoltare.
Perché io parlo e parlo e parlo.
Quando inizio sono un fiume in piena.
Quasi logorroica.
Ma che ci devo fare,io zitta non ci sto.
Proprio non so farlo.
A me piace raccontarmi.
Perché il mio background non è proprio acqua di rose.
Roba per uomini duri.
E per donne dure.
Io ci sono riuscita,mi sono salvata.
E ho scoperto che sono le persone che mi hanno fatto più male che devo ringraziare.
Sono loro che mi hanno dato il coraggio per arrivare fino a qui.
“Ero solita pensare di essere
la persona più strana del mondo
ma poi ho pensato,
ci sono così tante persone nel mondo,
ci dev’essere qualcuna proprio come me,
che si sente bizzarra e difettosa
nello stesso modo in cui mi sento io.
Vorrei immaginarla,
e immaginare che lei debba essere là fuori
e anche lei stia pensando a me.
Beh,spero che,se tu sei lì fuori e dovessi leggere ciò,
tu sappia che sì,è vero,
sono qui e sono strana proprio come te”.
Frida KHalo
CROSTATINE RICOTTA & CAMOMILLA
ingredienti : per 6 crostatine
Fondamentalmente devo essere buona.
Dal sangue dolce.
Non si dice così dei soggetti “amati” dalle zanzare?
Ecco,allora io sono una di questi.
Fin da piccola ho dovuto lottare con questi simpatici insetti.
Ero piccolina e già avevo le gambine cosparse di fastidiose punture di zanzara.
Crescendo poi hanno perso interesse per il mio succulento sangue e per un paio di anni ho vissuto felice e contenta.
Ma non poteva durare.
E infatti da almeno venti anni a questa parte,sono tornata a fare parte della loro catena alimentare…
E a difendermi come meglio posso.
Non si scherza mica,qui si parla di aver il corpo costantemente cosparso di spray repellente h 24.
Tengo lontane le zanzare,si,ma sembro uno zampirone ambulante.
Con quel tipico odorino alla citronella,che è buono si,ma negli zampironi e nelle candele.
Non certo sulla mia pelle…
Io che adoro cospargermi di oli e di creme profumati come un fiore esotico,mi ritrovo che di esotico addosso ho solo le zanzare tigre.
Le uniche che hanno capito che negli ultimi mesi era estate.
Nonostante le temperature fossero ben al di sotto della media,loro imperterrite hanno continuato a fare razzie.
Anzi,per cercare il caldo,si rifugiano in casa negli angoli più impensati.
Io ne ho sempre un paio che mi fanno compagnia sul mobile sotto la scala.
Stanno in agguato,così appena salgo le scale (e questo succede almeno 1 milione di volte al giorno) loro mi possono pizzicare nei calcagni,le maledette.
Senza essere viste,sferrano il loro attacco.
Lì per lì non te ne accorgi,poi vieni assalita da un leggero fastidio che diventa insistente prurito.
E quando ti gratti il gioco è fatto.
Ho visto pizzichi diventare bolle enormi che voi umani nemmeno immaginate.
E dire che una volta,con le zanzare nostrane,bastava fare il segno della croce con le unghie…
Credenza o meno,in parte funzionava.
Ora potete anche scalfirvi con un bisturi il segno della croce sul pizzico,ma niente.
E così non mi rimane che continuare a riempire i tombini con il larvicida,fare di corsa il percorso dal giardino alla porta della cucina correndo se non mi sono spruzzata di repellente dalla testa ai piedi,accendere gli zampironi potenti che mi sono portata dalla Thailandia (vi assicuro che sono molto più forti dei nostri),cospargermi di aloe e tentare di resistere all’impulso di grattarmi.
Ah,potrei anche unire i puntini dei pizzichi con una penna e creare qualche nuova opera d’arte.
Un Zanzara-Picasso.
O un Lempicka-Tigre.
Scherzi a parte,c’è stato un periodo in cui non odiavo le zanzare,anzi le amavo addirittura.
Mia madre,per farmi addormentare,mi canticchiava sempre questa canzoncina :
C’era una zanzara
in abito da sera
se l’era messo
per far bella figura.
E se ne volava
sopra ad una culla
una culla bella,con il nastro rosa.
Così volando però,ve lo assicuro,
aveva in mente un tenero pensiero:
voleva fare una serenata
ad una bimba che s’era addormantata.
Zun zun zun zun …
Povere zanzare,non sono mai gradite,
anche se sono in abito da sera.
E sul muro bianco,ecco all’improvviso
l’ombra di una mano…
(Zecchino D’Oro)
…E qua solitamente mi addormentavo.
Sognavo di prati verdi e ruscelli di montagna.
Casette di legno e candele alle finestre.
Ma soprattutto sognavo di zanzare,vestite da gran dame che uscivano a fare serenate alle bimbette addormentate come me.
TORTELLO ALLA PIASTRA :
ingredienti : per 15 tortelli circa
per la pasta :
per il ripieno :