Qualche settimana fa sono passata in biblioteca.
Mi piace girare tra gli scaffali,senza bene in mente cosa cercare. Riempirmi il naso con l’odore della carta,passare le dita sui tomi ingialliti e consunti dal tempo.
Quando vado in biblioteca o in archivio storico,a meno che non stia cercando un volume in particolare,vado un pò a sentimento.
Mi lascio conquistare dai titoli,dalle rilegature.
Dai segni a matita all’interno,anche se impercettibili.
E questa volta sono stata attirata da un libro nella sezione cucina.
Ho scelto quel libro,o meglio è quel libro che ha scelto me.
Non è solo un libro di ricette e menù.
E’ molto di più.
E’ un libro che non conoscevo e che mi ha letteralmente folgorata.
E’ il memoriale di Amalia Moretti Foggia.
Conosciuta anche come Dott. Amal o Petronilla.
La prima medichessa italiana.
Una donna forte e coraggiosa e molto moderna per i suoi tempi.
Dal 1872 al 1947 ha fatto gesta che per una donna dell’epoca erano impensabili.
A fine ottocento studiò a Padova,Bologna e Firenze,laureandosi con il massimo dei voti e mantenendosi con borse di studio.
Perfino la regina Margherita volle conoscerla personalmente e congratularsi con lei per la laurea.
Quando in Italia i medici pediatri erano solo 3 in tutta la penisola,lei era una di questi.
Salvò tantissime vite come medico e combatté strenuamente per far valere i diritti delle donne.
Per anni,scrisse anche una rubrica medica sotto lo pseudonimo di Dottor Amal,in quanto all’epoca era impensabile farsi curare e anche solo consigliare da una donna,anche se laureata e medico.
Fu anche una bravissima scrittrice di libri di cucina,si innamorò della capacità del cibo di unire,dissolvere le nubi,placare gli animi e sancire accordi (cit)e conquistò gli italiani con una rubrica sulla Domenica del Corriere con lo pseudonimo di Petronilla.
Petronilla entrò prepotentemente nelle case delle massaie italiane,che aspettavano il lunedì per consultare la rubrica con le sue famosissime ricette.
Viaggiò in Oriente quando non era così facile e all’ordine del giorno viaggiare verso mete così desuete.
Attraversò o sarebbe meglio dire,subì due guerre mondiali.
Mise in pericolo la sua vita dando rifugio ad amici ebrei.
Eppure visse una vita meravigliosamente piena.
Il suo principio più importante?
Essere padrona della sua vita.
Una frase più di tutte mi ha colpito in questo libro :
Ora che rileggo i miei scritti e con questa scusa rileggo un pò la mia vita,credo che tutta sia stata pervasa da questi tre principi: sentire,comprendere e amare. Questi ho applicato nell’esercizio della medicina,a essi mi sono ispirata nella vita matrimoniale e infine nel quotidiano. Sentire le emozioni,i sentimenti,le percezioni dei sensi,comprendere gli altri e me stessa attraverso di loro e senza giudicare,e infine condire tutto con amore. Il segreto della mia vita serena.
E vi assicuro,che se leggerete questo libro vi accorgerete che la sua vita è stata ben oltre che serena.
In un tempo in cui la società non vedeva di buon occhio una donna medico,Amalia lo sapeva benissimo ma proseguì per la sua strada.
Andò avanti per quello che aveva deciso sarebbe stato il suo futuro,costi quel che costi.
Sapeva bene di essere una donna troppo moderna per i suoi tempi.
Per questo motivo ha voluto lasciare a noi la sua testimonianza,perchè altre donne come lei non si sentano sperdute e deboli,e perché sappiano che ce la possono fare.(cit)
Amalia,tra le pagine del suo libro,si chiede come sarà la situazione della donna tra cent’anni,è molto curiosa e più volte nel suo libro,si pone questa domanda.
Solo l’anno prima la donna aveva ottenuto la possibilità di votare e per lei era stato un grandissimo traguardo.
Lei e altri nomi tra le grandi figure femminili dell’epoca si sono battute affinché la situazione per noi donne migliorasse.
E Amalia con curiosità guarda al domani,sperando di essere stata un insegnamento con il suo modo di vivere e un incitamento per le donne che verranno.
Di anni non ne sono passati cento,per ora nemmeno settanta.
E le cose,cara Amalia non sono cambiate poi così tanto.
Non credete siano molto attuali le sue parole quando scrive :
Cosa dire di tanti padroni che non ti assumono se non firmi una carta che ti impegna a licenziarti se rimani incinta??
Non vi sembra di averle già sentite e non certo settant’anni fa?
Abbiamo finalmente ottenuto la tanto sospirata uguaglianza?
Se proprio ier l’altro si commemorava il giorno della non violenza sulle donne? Come se ci fosse bisogno di una data per ricordarsi che le donne non vanno picchiate,umiliate e tantomeno uccise?
Sempre Amalia,quasi un secolo fa scriveva che alcuni uomini non vogliono essere lasciati,e se patiscono la separazione ti puniscono e arrivano ad uccidere.
Non vi sembra uno spaccato di realtà che conoscete bene?
Nonostante siano passati così tanti anni,nonostante ora le donne siano entrate in politica,in editoria,in medicina e via dicendo,pagano ancora uno scotto come se fossero un essere inferiore.
Però,sempre come diceva la cara Amalia,le donne TUTTE han forza d’animo,anche quelle che per paura non vogliono sapere di possederla.
E in questi giorni una di queste donne l’ha dimostrato.
Come possiamo non essere fiere della prima astronauta italiana che varca i confini dello spazio?
Ecco,cara Amalia,forse qualcosa di buono alla fine è stato ottenuto.
Credo che ti sarebbe piaciuta Samanta,saresti stata fiera di lei.
E saresti anche stata fiera di tutte le donne di oggi,che nel loro piccolo o nel loro grande,s’impegnano a portare alto il loro nome.
Medichesse,scrittrici,massaie,sarte o astronaute.
Non importa,fiere di essere donne.
Le voci di Petronilla,Roberta Schira e Alessandra De Vizzi
QUADRETTINI IN BRODO
ingredienti : per 2 persone
Preparate la vostra pasta rompendo le uova su una spianatoia dove avrete posizionato a fontana la farina..
Iniziate a impastare raccogliendo la farina e aiutandovi con un cucchiaio di acqua per renderla più elastica.
Continuate ad lavorare fino ad ottenere una consistenza soda e omogenea. Formate una palla e coprite con un canovaccio pulito.
Lasciate riposare per una trentina di minuti dopodiché iniziate a tirare la vostra sfoglia con un mattarello.
Assottigliatela il più possibile,finché non intravedete le vostre dita al di sotto della pasta.
A questo punto infarinate per bene e con l’aiuto di un coltello affilato ricavate tanti quadrettini.
Smuovete bene la pasta e lasciate che secchi un poco.
Portate a bollore del buon brodo di carne e scuotete i vostri quadretti dalla farina in eccesso prima di versarli nel brodo.
Necessitano di poca cottura,quando verranno a galla spegnete la fiamma e lasciate riposare qualche secondo.
Raccogliete con l’aiuto di una ramina i vostri quadretti e versate nei piatti. Aggiungete brodo caldo e spolverate con una grattata di noce moscata.
Gustate caldo,possibilmente soffiando sul cucchiaio.