C’era un’anziana signora,che poi tanto anziana non era.
Si alzava al mattino presto,quando fuori era ancora tutto buio e solo qualche lucina rischiarava la notte.
Indossava lo scialle di lana nero per ripararsi dal freddo,si annodava frettolosamente un fazzoletto anch’esso nero attorno alla testa e partiva con il suo carrettino alla volta del porto.
Mentre percorreva la strada che dal borgo dove abitava, costeggiava la sinistra del porto,saggiava l’aria con un dito,quasi potesse riconoscerne il sapore.
L’atmosfera sapeva di fresco nelle prime luci del mattino e il mare calmo stava riportando a casa i suoi marinai con il pescato del giorno.
Un tempo andava sul porto incontro al marito,di ritorno dal duro lavoro.
Un tempo.
Tanto tempo fa.
Distolse il pensiero e affrettò il passo per colmare gli ultimi metri che la separavano dalle prime barche,colme di pesce fresco e vongole,cozze e lumachine,cannelli e capesante.
Adesso l’aria sapeva di pesce e mare.
Proprio quello che le ci voleva.
Si fece riempire bene i sacchi di juta che utilizzava per contenere le vongole da una bel marinaio con la barba e qualche tatuaggio…
“Zovni…(giovani)…pensò.
Ma non importava.
Alla fine le vongole le aveva ottenute.
Con il carretto ben più pesante dell’andata,rifece la strada a ritroso. Si inoltrò tra le viuzze del borgo e dato che le finestre di parecchie case erano già spalancate iniziò a pubblicizzare la merce.
“Purazi doni…vongole…”
“Venite donne,sono fresche,appena pescate…”
Si toccava nervosamente il nodo del fazzoletto,cercando di non far capire quanto fosse importante per lei quella vendita.
Le signore che stavano guardando e soppesando la sua merce,le sue vongole,non lo sapevano.
Ma lei si.
A casa era rimasto solo un pezzo di pane duro e forse un uovo.
Doveva assolutamente vendere tutto altrimenti non avrebbe potuto pagare i conti.
Odiava chiedere le vongole a credito ma quel giorno il pescatore aveva avuto pietà e le aveva riempito i sacchi fino all’orlo senza volere un soldo.
Ora lei voleva ripagarlo e così incitò nuovamente le donne :
“Purazi…purazi doni!”
Sa bene quanto lavoro ci sia dietro all’essere pescatore,anche il suo povero marito lo era…
Oggi come ieri,dietro quelle vongole invitanti che ci guardano dai banchi della pescheria,c’è tantissimo lavoro.
Fatto di poco sonno e un jet leg costante dovuto agli orari impossibili.
Un lavoro di fatica,come ne sono rimasti pochi,ricompensato però da splendide albe e da un ufficio a dir poco magnifico.
Un lavoro duro,come le persone che lo svolgono.
Persone che amano il mare e allo stesso tempo lo temono e ne hanno rispetto.
Spesso e volentieri dietro a qualche chilogrammo di vongole c’è un bel pò di lavoro,svolto per lo più al freddo e a orari indecenti.
Pioggia e neve non li fermano,a volte ci prova qualche burrasca e allora noi donne a casa preghiamo.
Tra queste persone c’è mio marito,lui si che è veramente speciale.
Anche le vongole che mi ha portato a casa oggi lo sono, e io ho deciso di preparare un piatto simbolo di tutti i vongolari proprio per omaggiarli.
Con qualche licenza poetica però..e con una pasta d’eccezione.
Ps. Sapete cos’ha di tanto speciale la pasta del Cavalier Cocco?
E’ trafilata in bronzo,raffreddata a temperatura ambiente su telai di legno di faggio e particolarmente ruvida per abbracciare al meglio qualsiasi tipo di sugo.
Ah,quasi dimenticavo…si chiama pure come mio marito!
VONGOLARI DOES IT BETTER :
spaghetto alle vongole…su pesto di rucola
ingredienti :
1 chilogrammo di vongole
500 gr di spaghetti del Pastificio Cavalier Cocco
2 spicchi di aglio
zest e succo di 1/2 lime
1/2 bicchiere di vino bianco
1 pizzico di peperoncino frantumato
prezzemolo a piacere
per il pesto :
80 gr di rucola
2 fettine di zenzero
2 spicchi di aglio
50 gr di pinoli
30 gr di Parmigiano Reggiano
30 gr di ricotta salata
150 ml di olio evo
sale
Iniziate preparando il pesto.
Lavate e mondate la rucola,spezzettatela con le mani e unitela ai pinoli,l’aglio e lo zenzero.
Con l’aiuto di un robot ad immersione (o con il mortaio,come preferite) riducete in purea gli ingredienti.
Salate e unite l’olio a filo.
Quando sarà stato ben assorbito aggiungete i formaggi mescolando con un cucchiaio.
Ora il vostro pesto è pronto.
Per la preparazione delle vongole ricordatevi di metterle in ammollo con dell’acqua di mare,possibilmente.
Tenetele a bagno più a lungo che potete.
Se non avete acqua marina regolatevi con circa 1/2 cucchiaino per un paio di litri.
Questa procedura consentirà alla sabbia di spurgare dalle conchiglie delle vongole.
Ora risciacquatele e privatele del mollusco che a volte cresce all’esterno della conchiglia.
Posizionate una capiente padella con un filo d’olio sul fuoco,
tritate l’aglio e fate soffriggere dolcemente.
Unite le vongole,spolverate con la scorza del lime e il peperoncino e coprite con un coperchio.
Fate cuocere a fuoco medio.
Quando inizieranno ad aprirsi sfumate con il vino bianco e aggiungete il succo del lime,fate andare ancora qualche minuto finché le conchiglie non saranno tutte aperte.
Unite il prezzemolo tritato e togliete dal fuoco.
(Non salate le vongole,in quanto sono già salate di loro.)
A questo punto trasferite i molluschi in una ciotola.
Spesso io le sguscio e ne lascio solo alcune con la coccia decorative. Ma oggi le ho lasciate integre.
Prendete una seconda ciotola e fate scivolare l’acqua di cottura delle vongole trattenendo il fondo nella padella.
Ora risciacquate la padella sotto l’acqua corrente e rimettete qualche cucchiaio di brodo di cottura al suo interno.
In questo modo avete filtrato ogni granello di sabbia residuo.
Rimettete nella padella anche i molluschi.
Controllate la pasta che a questo punto dovrà essere al dente (avete messo su l’acqua,l’avete salata e poi avete buttato la pasta,vero?) e scolatela.
Fatela saltare leggermente insieme alle vongole e la loro acqua di cottura.
Ora sporcate il fondo del piatto con il pesto di rucola e adagiatevi sopra i vostri spaghetti con le vongole.
“Con questa ricetta,partecipo al contest: La Cucina Italiana nel Mondo verso l’Expo 2015,organizzato da Le Bloggalline,in collaborazione con INformaCIBO“.
Un ringraziamento speciale a Irvea,istituto per la ricerca e la valorizzazione agroalimentare e un grazie sincero anche a INformaCIBO.