Ho una sola fotografia che ritrae la mia nonna Lina.
Era la madre di mio nonno e io l’ho conosciuta quando ero piccolina.
Non ricordo molto di lei,a parte il grembiule a fiori che portava sempre e la sottile catenina d’oro dalla quale non si separava mai.
Ricordo perfettamente il giorno in cui è venuta a mancare,quando il nonno mi ha portato con se a vederla per l’ultima volta.
Forse è stata l’unica volta in cui l’ho visto veramente triste.
Ora della mia nonna Lina e del nonno Vittorio mi rimangono solo un paio di fotografie,di quelle ancora in bianco e nero,con il vestito buono.
E un mucchietto di vecchie lettere,scritte su carta sottile.
Ricordo ancora quando qualche anno fa,mia madre le ha scovate.
Insieme c’erano anche documenti,medaglie e quella fotografia.
Ritrae la nonna Lina,con l’immancabile grembiule a fiori mentre impasta sul tagliere infarinato.
Tengo tanto a quell’immagine,me la fa sentire più vicina.
Soprattutto ora che ho letto le lettere.
Da cima a fondo,senza saltare nemmeno una riga,nemmeno le scritte più sottili fatte a matita.
Ho guardato le date,ho cercato di imprimerle nella memoria senza successo.
Troppi anni sono passati,forse nemmeno tanti se mi fermo a riflettere.
La prima lettera in effetti,è datata 1941,nel pieno rigore del secondo conflitto a fuoco.
E’ leggendo quello che si scrivevano che ho imparato a conoscerli meglio.
Superato un primo momento di imbarazzo per violare la privacy altrui,ho letto pagina dopo pagina senza riuscire a fermarmi.
D’altronde quelle lettere sono uno spaccato di vita per noi troppo difficile da comprendere.
La fila per la carne la domenica,i punti sulla tessera annonaria,il dispiacere per i pantaloni consunti,la speranza che i figli studiassero e facessero i bravi.
Non doveva essere facile tirare su quattro bambini in tempo di guerra con il marito lontano.
Quando i miei occhi leggono che si mangiava solo riso,riso e ancora riso non posso non fermarmi a riflettere.
Quando leggo che il mio bisnonno non voleva ricevere nulla,anche se aveva già rappezzato i guanti due volte e aveva perso la sciarpa.
Che si raccomandava che facessero come meglio potevano nel combattere la fame e che,se potevano,non dovevano patirla.
Che faceva a meno del tabacco perché costava troppo e preferiva spedire quei pochi soldi in più alla moglie.
Leggere che un uomo di più di quarant’anni si è commosso nel ricevere la tanto attesa lettera della moglie mi ha fatto emozionare.
“Appena ho aperto la lettera ho fatto due lagrime di dolore per questa forzata lontananza”,scriveva il mio bisnonno.
Raccontava di come si facesse bastare un boccale di birra e il pane ogni due giorni,come spillatico solo questo.
Da parte sua,la mia bisnonna gli scriveva di come anche le patate costassero uno sproposito,che aveva scambiato il riso per un pò di grano e che quel poco di pasta che era rimasta la teneva in serbo per il suo ritorno.
Aveva anche nascosto l’ultimo fiasco di vino per poterlo bere insieme al marito.
Ci pensate mai?
Solo sessant’anni fa i nostri cari hanno patito la fame e subito le angherie di una conflitto mondiale.
Erano anni bui e vi assicuro che leggere queste lettere mi ha fatto pensare tanto.
Quelle lettere,seppur intense,non sono tristi.
Raccontano di due persone che si amavano e che hanno fatto dei sacrifici enormi per poter sopravvivere.
Per poter offrire un futuro ai loro figli.
Quelle lettere sono permeate di calore e di affetto.
Di speranza per un futuro migliore.
Perché nonostante tutto,sognare e sperare sono innati in ognuno di noi.
GNOCCHI con FONDUTA DI FORMAGGIO
ingredienti :
500 gr di patate Vitelotte
140 gr di farina 1
1 cucchiaio di olio evo
per la fonduta :
50 gr di Brie
30 gr di stracchino
20 di Grana padano
2/3 cucchiai di latte
per il condimento :
qualche foglia di rucola
olio evo
2/3 noci
Lavate bene le patate e mettete a lessare ancora con la buccia,in una capiente casseruola con abbondante acqua.
Fate cuocere per almeno 40 minuti fino a quando le patate saranno lessate. Aspettate che si freddino e pelatele con molta pazienza.
Passatele con uno schiacciapatate e inserite al centro di una fontana che avrete fatto con la vostra farina.
Aggiungete l’olio e iniziate ad impastare fino ad ottenere un impasto liscio e sodo.
Ora prendetene una piccola parte e iniziate a lavorarlo per ottenere un lungo filoncino.
Tagliate i vostri gnocchi della misura che preferite e con i rebbi di una forchetta lasciate i classici segnetti.
Mettete a riposo su un vassoio in cartone cosparso di farina e coprite con un canovaccio.
Lavate la rucola e sminuzzatela con un robot ad immersione aggiungendo un filo di olio.
Mettete da parte e passate a far sciogliere i formaggi a bagnomaria. Togliete la crosta al Brie e fateli amalgamare bene con qualche cucchiaio di latte.
Portate a bollore abbondante acqua in cui verserete un filo di olio d’oliva per non fare attaccare la pasta.
Buttate i vostri gnocchi e con l’aiuto di una ramaiola muoveteli dolcemente.
Aspettate che salgano tutti a galla,spegnete la fiamma e scolateli.
Conditeli con il pesto di rucola e adagiateli su un letto di fonduta ai formaggi.
Decorate con qualche noce spezzettata e gustate caldi.
10 Comments
mamamia tesoro..tra foto, ricetta e racconti non so cosa mi piace di più..ti sei davvero superate…
i nostri nonni hanno vissuto una vita analoga a quella dei miei e di tantissimi nonni…una vita di stenti e sacrifici, dove davvero il cibo era la prima preoccupazione..di certo non si sprecava, e forse da questi stenti nasce il valore del cucinare e del mangiare insieme….
Grazie di cuore per questo post..brava tesoro!!
P.s. quando ci vediamo?? <3
Grazie dei complimenti amica! Hai visto che bel colore hanno gli gnocchi??
Tu li sai fare così bene che i tuoi complimenti vagoni doppio!!
Spero ci possiamo vedere presto così ci raccontiamo un po' di cosucce belle!
Un bacio grande <3
Che emozione poter rileggere attraverso le tue parole le lettere scambiate tra i tuoi bisnonni…tra l'altro all'epoca non era nemmeno scontato saper leggere e scrivere! Le loro parole fanno davvero riflettere, tutto ciò che ora abbiamo, tutto il superfluo di cui ci circondiamo, il cibo che sprechiamo…anche mio nonno ha combattuto la guerra, ed è stato per nove lunghi anni prigioniero in Africa, mia nonna spesso mi raccontava di quel periodo, quando ero piccola..l'ascoltavo come se mi stesse raccontando un romanzo, talmente erano lontane dalla mia realtà le cose che mi diceva! Ritrovare queste lettere dev'essere stata un'emozione unica, custodiscile come ricordi preziosi di una storia che è un pezzo di noi !
Bellissimo post e bellissime foto, è stato proprio bello leggerti stasera:)
Buonanotte, L.
Laura è veramente emozionante leggere quelle lettere e io ogni volta mi emoziono!
Mi fanno essere più responsabile e anon dare nulla per scontato.
Ti mando un abbraccio grande,notte <3
Quelle lettere sono un tesoro, un po' te le invidio. Le foto sono bellissime i gnocchi di quel colore..wow..
Anch'io qualche volta ho cucinato le patate viola,ma non avevano un colore così intenso.
Un bacio.
Cara hai visto che colore?
Sembrava quasi chimico da quanto era intenso!
Io le adoro le patate nere,certo da pelare sono una bega eh,ma hanno un colore così bello da togliere il fiato! E sono perfette per gli gnocchi ; )
Un bacio grande <3
I tuoi ricordi mi fanno commuovere… io non ho mai conosciuto nessuno dei miei nonni, ho solo foto appunto e tanti racconti delle lettere che si scrivevano…un tempo c'era poco e quel poco bastava per tutti, oggi c'è tanto eppure non basta nemmeno per noi stessi… il mondo ha subito un mutamento grande… e appunto sono passati sono pochi decenni…. tanta ammirazione per loro… gli gnocchi sono speciali e presentati in modo divino , come stupende sono le foto.. Eli bravissima:*
Cara allora anche passi il tempo a leggere le lettere per conoscerli meglio? Quante cose hanno da insegnarci…soprattutto ad accontentarci di più e a lamentarci di meno!
Ti abbraccio forte <3
Eli ma che bel racconto….. lo sai che io ho mia mamma che mi fa i racconti di guerra, che lei era una bambina di pochi anni…. Mamma mia, che brutto periodo… Ma che meraviglia gli gnocchi, le foto…. spettacolari!! Un bascione stellina!
Patty mia nonna ad esempio preferisce non parlarne,deve essere ancora duro per lei.
E allora io cerco di scoprire il mio passato leggendo quelle lettere!
Hai visto che bel viola gli gnocchi??
Un bacio <3