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PRIMI PIATTI

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MINUTI RUBATI

8 Ottobre 2014

Questa mattina sono andata a fare la spesa.
Nella bottega vicino casa,dove la verdura è verde e brillante e dove la frutta profuma di buono.
Qualche pomodoro,l’insalata,un paio di banane e una mela verde e succosa.
Mentre depositavo la mela in un sacchetto,una vecchina di rosso vestita,sceglieva delle belle mele di fianco a me.
Ci conosciamo tutti nel quartiere ma lei non l’avevo mai vista.
O forse non mi ero mai fermata abbastanza da notarla.
Le rivolgo un sorriso,mi piace essere cortese.
Gesto ormai sconosciuto in questa nostra società.
Il contorno delle labbra disegnato con mano oramai incerta di un rosa perlato,si incurva per rispondere al mio sorriso.
Mi avvio verso la cassa per pagare e mentre mi allungo verso l’aglio per prenderne una testa,ecco di nuovo la signora.
Questa volta si avvicina,mi mette una mano sulla spalla e…inizia a parlare parlare parlare.
Mi racconta delle sue figlie che non hanno tempo per andarla a trovare,che si sente sola,che fa le commedie in dialetto per mantenersi su con la testa.
Ecco,in quel momento ho provato pena per lei.
Ci si danna una vita intera per essere socialmente utili e si finisce a soffrire di solitudine.
Ho passato qualche minuto a chiacchierare con lei,a farmi raccontare equivoche barzellette e a spiegarle il perché dei miei tanti tatuaggi.
Pochi minuti rubati alla mia giornata che mi hanno fatto sentire bene,mi hanno fatto riflettere.
Sono tornata a casa,passo dopo passo,ripensando alle parole che mi aveva detto.
Al fatto che si sentisse sola.
Queste cose mi toccano sempre,penso alla mia di vecchina e alla sua di solitudine.
Penso alle sue giornata solitarie passate a fare le parole crociate e guardare la televisione.
Penso che oggi è martedì e i negozi vicino a lei sono chiusi e non avrà scambiato parola con nessuno da ore.
E’ così compongo il numero,il telefono squilla un paio di volte e poi la sua voce risponde.
Devo dirlo,quando mia nonna sente la mia voce al telefono,le brillano gli occhi.
Lo percepisco anche se non la vedo.
Oggi si preoccupa perché sente che ho ancora una brutta tosse,mi elenca tutte le variazioni delle medicine che prende e mi racconta per filo e per segno cos’ha mangiato a pranzo e cosa mangerà per cena.
Mi chiede se va tutto bene,cosa ho mangiato a pranzo anche se le ripeto tutte le volte che io a pranzo non mangio mai e cosa cucinerò per cena.
Tredici minuti di telefonata,un paio di menù scambiati tra generazioni,la promessa che presto passerò a trovarla.
“Adesso che ho sentito la tua voce vado a dormire più serena” mi dice e io non ho il coraggio di riattaccare il telefono,sentendo i diecimila ciao che urla ancora alla cornetta.
Mi fa sentire bene quando la chiamo,mi sento amata.
Lei lo sa.
Lo sa,ma non glielo dico spesso.
Allora la richiamo,le dico che le voglio bene e lei non sta più nella pelle dall’emozione.


Telefonate alle persone che vi mancano,non aspettate.
Non aspettate di dire a chi amate che gli volete bene.
Fatelo ora che ne avete il tempo e l’opportunità.
Spesso e volentieri diamo per scontato tante cose,e presi dai mille pensieri quotidiani,ci dimentichiamo di esternare i nostri sentimenti con chi ci è accanto.
Le stesse persone che ci amano,
ci supportano e spesso ci sopportano.
Ditegli quanto sono importanti,fatelo ora.

























COMFORT-TAGLIATELLA : al ragù di scarti



ingredienti per 4 persone : 

per la pasta :

400 gr di farina 00
4 uova 


per il ragù :


500 gr di scarti di carne di costata e filetto
400 ml di passata di pomodoro
2 cucchiai di concentrato di pomodoro
500 ml di brodo di carne
100 ml di vino rosso
1 cipolla
1 costa di sedano
1 carota
sale
pepe
peperoncino 
olio evo

Preparate la pasta,versate a fontana la farina su una spianatoia e al centro unite le uova.
Con l’aiuto di una forchetta mescolate piano piano la farina alle uova,ora con l’aiuto delle mani iniziate ad impastare.
Continuate a lavorare bene l’impasto fino a quando non sarà liscio e sodo.
Tutto questo lavoro potete anche farlo con l’uso di un’impastatrice,ma ricordate di finire di impastare comunque a mano.
Mettete a riposare su un ripiano infarinato,coprite con un canovaccio e passate alla preparazione del ragù.
Lavate e mondate le verdure,tritatele finemente.
Fate un battuto con gli scarti della carne utilizzando un coltello molto affilato.
Potete lasciare la carne a pezzetti più grandi del solito ragù,questo è decisamente un piatto rustico.
Coprite il fondo di una capiente pentola con dell’olio di oliva.
Siate generosi.
Fate soffriggere le verdure e quando la cipolla imbiondirà unite la carne e fatela rosolare e sigillare bene.
Continuate la cottura per circa 10 minuti poi sfumate con il vino rosso,a questo punto salate e pepate.
A me piace bello saporito per cui aggiungo anche una spolverata di peperoncino piccante.
Unite il concentrato di pomodoro,fate amalgamare bene e coprite la carne con il brodo.
Fate cuocere per qualche minuto e aggiungete la passata di pomodoro. Coprite con un coperchio e continuate la cottura fino a che il sugo non avrà ristretto al punto giusto.
Ora riprendete la vostra pasta e iniziate a tirarla sottilmente.
Cercate di formare un cerchio e assottigliatela fino a che non vedrete le vostre mani in trasparenza da sotto la pasta.
Infarinate per bene e ripiegate il lato alto e quello in basso fino alla metà vostro cerchio.
Ora ripiegate un lato sovrapponendolo con l”altro e con un coltello molto affilato tagliate le vostre tagliatelle.
Apritele aiutandovi con le mani e lasciatele asciugare distese per qualche minuto.
Scaldate abbondante acqua in una pentola,salate e aggiungete un filo di olio per non fare attaccare le tagliatelle tra loro.
Quando l’acqua bollirà,buttate la pasta e siate pronti a scolarla appena viene a galla.
Unite le tagliatelle al sugo con un paio di mestoli di acqua di cottura della pasta.
Mescolate bene e servite subitissimo.


















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PURAZì DONì…

26 Giugno 2014

C’era un’anziana signora,che poi tanto anziana non era.

Si alzava al mattino presto,quando fuori era ancora tutto buio e solo qualche lucina rischiarava la notte.
Indossava lo scialle di lana nero per ripararsi dal freddo,si annodava frettolosamente un fazzoletto anch’esso nero attorno alla testa e partiva con il suo carrettino alla volta del porto.
Mentre percorreva la strada che dal borgo dove abitava, costeggiava la sinistra del porto,saggiava l’aria con un dito,quasi potesse riconoscerne il sapore.
L’atmosfera sapeva di fresco nelle prime luci del mattino e il mare calmo stava riportando a casa i suoi marinai con il pescato del giorno.
Un tempo andava sul porto incontro al marito,di ritorno dal duro lavoro.
Un tempo.
Tanto tempo fa.
Distolse il pensiero e affrettò il passo per colmare gli ultimi metri che la separavano dalle prime barche,colme di pesce fresco e vongole,cozze e lumachine,cannelli e capesante.
Adesso l’aria sapeva di pesce e mare.
Proprio quello che le ci voleva.
Si fece riempire bene i sacchi di juta che utilizzava per contenere le vongole da una bel marinaio con la barba e qualche tatuaggio…
“Zovni…(giovani)…pensò.
Ma non importava.
Alla fine le vongole le aveva ottenute.
Con il carretto ben più pesante dell’andata,rifece la strada a ritroso. Si inoltrò tra le viuzze del borgo e dato che le finestre di parecchie case erano già spalancate iniziò a pubblicizzare la merce.
“Purazi doni…vongole…”
“Venite donne,sono fresche,appena pescate…”
Si toccava nervosamente il nodo del fazzoletto,cercando di non far capire quanto fosse importante per lei quella vendita.
Le signore che stavano guardando e soppesando la sua merce,le sue vongole,non lo sapevano.
Ma lei si.
A casa era rimasto solo un pezzo di pane duro e forse un uovo.
Doveva assolutamente vendere tutto altrimenti non avrebbe potuto pagare i conti.
Odiava chiedere le vongole a credito ma quel giorno il pescatore aveva avuto pietà e le aveva riempito i sacchi fino all’orlo senza volere un soldo.
Ora lei voleva ripagarlo e così incitò nuovamente le donne :
“Purazi…purazi doni!”
Sa bene quanto lavoro ci sia dietro all’essere pescatore,anche il suo povero marito lo era…

Oggi come ieri,dietro quelle vongole invitanti che ci guardano dai banchi della pescheria,c’è tantissimo lavoro.
Fatto di poco sonno e un jet leg costante dovuto agli orari impossibili.
Un lavoro di fatica,come ne sono rimasti pochi,ricompensato però da splendide albe e da un ufficio a dir poco magnifico.
Un lavoro duro,come le persone che lo svolgono.
Persone che amano il mare e allo stesso tempo lo temono e ne hanno rispetto.
Spesso e volentieri dietro a qualche chilogrammo di vongole c’è un bel pò di lavoro,svolto per lo più al freddo e a orari indecenti.
Pioggia e neve non li fermano,a volte ci prova qualche burrasca e allora noi donne a casa preghiamo.
Tra queste persone c’è mio marito,lui si che è veramente speciale.
Anche le vongole che mi ha portato a casa oggi lo sono, e io ho deciso di preparare un piatto simbolo di tutti i vongolari proprio per omaggiarli.
Con qualche licenza poetica però..e con una pasta d’eccezione.
La pasta del Pastificio del Cavalier Cocco.


Ps. Sapete cos’ha di tanto speciale la pasta del Cavalier Cocco? 
E’ trafilata in bronzo,raffreddata a temperatura ambiente su telai di legno di faggio e particolarmente ruvida per abbracciare al meglio qualsiasi tipo di sugo.
Ah,quasi dimenticavo…si chiama pure come mio marito!



















VONGOLARI DOES IT BETTER :

spaghetto alle vongole…su pesto di rucola


ingredienti :

1 chilogrammo di vongole
500 gr di spaghetti del Pastificio Cavalier Cocco
2 spicchi di aglio 
zest e succo di 1/2 lime 
1/2 bicchiere di vino bianco
1 pizzico di peperoncino frantumato
prezzemolo a piacere


per il pesto :
80 gr di rucola 

2 fettine di zenzero
2 spicchi di aglio
50 gr di pinoli
30 gr di Parmigiano Reggiano
30 gr di ricotta salata
150 ml di olio evo
sale 


Iniziate preparando il pesto.
Lavate e mondate la rucola,spezzettatela con le mani e unitela ai pinoli,l’aglio e lo zenzero.
Con l’aiuto di un robot ad immersione (o con il mortaio,come preferite) riducete in purea gli ingredienti.
Salate e unite l’olio a filo.
Quando sarà stato ben assorbito aggiungete i formaggi mescolando con un cucchiaio.
Ora il vostro pesto è pronto.
Per la preparazione delle vongole ricordatevi di metterle in ammollo con dell’acqua di mare,possibilmente.
Tenetele a bagno più a lungo che potete.
Se non avete acqua marina regolatevi con circa 1/2 cucchiaino per un paio di litri.
Questa procedura consentirà alla sabbia di spurgare dalle conchiglie delle vongole.
Ora risciacquatele e privatele del mollusco che a volte cresce all’esterno della conchiglia.
Posizionate una capiente padella con un filo d’olio sul fuoco,
tritate l’aglio e fate soffriggere dolcemente.
Unite le vongole,spolverate con la scorza del lime e il peperoncino e coprite con un coperchio.
Fate cuocere a fuoco medio. 
Quando inizieranno ad aprirsi sfumate con il vino bianco e aggiungete il succo del lime,fate andare ancora qualche minuto finché le conchiglie non saranno tutte aperte.
Unite il prezzemolo tritato e togliete dal fuoco.
(Non salate le vongole,in quanto sono già salate di loro.)
A questo punto trasferite i molluschi in una ciotola.
Spesso io le sguscio e ne lascio solo alcune con la coccia decorative. Ma oggi le ho lasciate integre.
Prendete una seconda ciotola e fate scivolare l’acqua di cottura delle vongole trattenendo il fondo nella padella.
Ora risciacquate la padella sotto l’acqua corrente e rimettete qualche cucchiaio di brodo di cottura al suo interno.
In questo modo avete filtrato ogni granello di sabbia residuo.
Rimettete nella padella anche i molluschi.
Controllate la pasta che a questo punto dovrà essere al dente (avete messo su l’acqua,l’avete salata e poi avete buttato la pasta,vero?) e scolatela.
Fatela saltare leggermente insieme alle vongole e la loro acqua di cottura.
Ora sporcate il fondo del piatto con il pesto di rucola e adagiatevi sopra i vostri spaghetti con le vongole.





“Con questa ricetta,partecipo al contest: La Cucina Italiana nel Mondo verso l’Expo 2015,organizzato da Le Bloggalline,in collaborazione con INformaCIBO“.





Un ringraziamento speciale a Irvea,istituto per la ricerca e la valorizzazione agroalimentare e un grazie sincero anche a INformaCIBO.
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A VOLTE RITORNANO…

9 Aprile 2014

Oggi ho le paturnie.
Di quelle serie.
Intanto questa notte mi sono svegliata in preda un attacco di panico..e questo non ha aiutato.
Credo stessi sognando come cucire una cerniera in un cuscino,nascosta dalle frappe…un vero incubo.
E ora sono qua,in testa il delirio e il pomeriggio davanti a me.
Piove oppure no.
Ho voglia di uscire ma anche no.
Di cucire,ma adesso non mi va.
Di cucinare…quello si che mi va!
Mi va quasi sempre,tranne quelle volte in cui compongo il numero di un qualsiasi take away e a cucinare ci pensa qualcun’altro.
La pioggia insistente di questa mattina mi ha raggelata,mi sento ancora l’umidità nelle ossa anche se ora un timido sole spunta tra le nuvole.
Conosco un metodo infallibile per scaldare corpo e anima : 
Preparare la pasta fresca.
Impastare con foga caccia via i pensieri più cupi e riscalda il cuore,per non parlare del corpo.
E poi il profumo della carne che soffrigge con le verdure,il vapore caldo che si sprigiona dalla pentola…
Mi sembra ancora di essere in vacanza…sul porto,al mercato di Tong Sala; dove per poche monetine puoi assaggiare spiedini di carne o di pesce,riso cucinato in centinaia di maniere,tranci di pizza,ciambelle fritte dolci e i ravioli al vapore.
Io li adoro! Inutile dirvi quanto siano buoni e anche che io una sfoglia così sottile non riuscirò mai ad ottenerla!
Nemmeno tra 1 milione di anni.
Non credo sia solo questione di allenamento,d’altronde da vera romagnola la sfoglia sottile dovrei saperla tirare…!!
Comunque vi farò sapere…ora so cosa fare quando mi ricapiteranno le paturnie!





















































RAVIOLI AL VAPORE…asparagina,salsiccia e porro



ingredienti : per  circa 20 ravioli


250 gr di farina 0
250 ml di acqua circa 
350 gr di asparagina selvatica
4 salsicce
1/2 porro
sale
pepe
salsa di soya per servire


Mondate il porro e tagliatelo a fettine sottili.
Fatelo soffriggere in un pentolino insieme alla salsiccia privata della pelle ma senza aggiungere olio,basterà il grasso della salsiccia a ungere bene il tutto.
Mescolate bene sgranando la carne con un cucchiaio.
Nel frattempo lavate e mondate gli asparagi selvatici e affettateli a rodelle piuttosto fini.
Quando la salsiccia sarà a rosolata e cambierà colore unite gli asparagi e continuate la cottura per altri 10 minuti.
Se volete gli asparagi più croccanti spegnete dopo 7/8 minuti,assaggiate sempre per regolarvi.
Preparate la pasta per i ravioli impastando la farina e unendo l’acqua poco alla volta fino ad ottenere un impasto liscio e sodo. Coprite con un panno e fate riposare 30 minuti.
Ora stendete la pasta fino ad ottenere una sfoglia molto sottile ma non troppo altrimenti si romperà.
Con un coppapasta o una semplice tazza ricavate dei dischi di sfoglia. Mettete il cerchio di pasta al centro della mano e riempite con un cucchiaio di ripieno. Chiudete a mezzaluna e premete bene sui bordi. Ora unite gli angoli verso il centro come con un fazzoletto e adagiate su carta da forno mentre preparate gli altri. 
Portate a bollore dell’acqua in un pentolino e cuocete a vapore (io utilizzo una vaporiera in bamboo)i vostri ravioli per 9 minuti. (Lasciateli abbastanza distanti tra loro).
Togliete delicatamente dalla vaporiera e servite accompagnando con salsa di soya.







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HO DETTO NO AI MUSI LUNGHI

18 Dicembre 2013

Musi lunghi. 
Facce tese.
Malumore costante.
Il periodo è quello che è,oramai ce ne siamo resi conto tutti.
Chi più chi meno.
Non voglio angustiarvi con le lamentele che sono sulla bocca di tutti.
Non voglio nemmeno sminuire la condizione in cui ci troviamo. 
Però…adesso basta.
Basta con il malumore e le preoccupazioni,non fa bene al fisico e alla mente. 
Basta con i musi lunghi,sono rimasti solo i bambini a ridere,ignari del futuro che li aspetta.
Basta con le lamentele sulla crisi,se poi chi si lamenta sta in coda ore per comprarsi l’ultimo smartphone.
DA OGGI BASTA.
Ho deciso che almeno per qualche giorno IO DEVO essere felice,Natale è vicino…
Con un umore decisamente natalizio mi dirigo a fare la spesa,sembra che tutta la città abbia deciso di fare compere nel mio stesso preciso momento,ma oggi non ho fretta e nemmeno la coda di 10 persone al banco dei salumi mi toglie il buonumore.
In un attimo è follia pura. La signora di fronte a me sta facendo una piazzata perché il salumiere non gliel’ha fatto vedere.
Un momento. Non ho capito.
E con me le altre 5/6 donne che se la ridono sotto i baffi. 
“Le avevo chiesto il bacon per cucinare e lei non me l’ha fatto vedere prima di tagliarlo”.
“Ora io quello non lo voglio”.
“No,non voglio nemmeno che me lo ritagli oh”.
Cinque minuti di delirio.
La signora offesa se ne va senza il suo bacon mentre scoppia un feroce litigio tra altre comari su chi debba aggiudicarsi il bacon già tagliato,poi non lo vuole più nessuno,poi scoppia un’altra litigata per il turno…
E dire che hanno fatto i numerini apposta no?
Eppure una signora con il 95 pretende di essere servita subito nonostante stiano servendo oramai il numero 05 perché lei si era distratta. 
Panico al supermercato…Donne impazzite,non fosse stato per l’età avanzata di media avrei pensato a una sincronizzazione del ciclo impazzita.
Ad un certo punto non ce l’ho fatta più. 
“Con tutti i problemi che ci sono state a fare una piazzata per il bacon? Sapete che vi dico? Lo prendo io,basta che la smettete”.
1 euro e 30 centesimi e sono passata per la saggia di turno,ve lo dico. Si sono ammansite come agnelli. Mi hanno fatto pure i complimenti per aver preso in pugno la situazione.
Eppure non ho fatto niente di che.
Nessuno può togliermi il sorriso,nemmeno un branco di signore impazzite.
Nemmeno la bolletta della luce (STRATOSFERICA) che mi attende nella buca delle lettere.
Entro in casa e accendo la radio.
Vengo invasa dalla musica natalizia,bombardata ogni due per tre.
Per fortuna.
Riscalda il cuore e mi mette una gran voglia di fare.
Brodo caldo e pasta fresca…
Al tepore della mia cucina penso che la Thailandia è vicina…
Sorrido ancora,questa volta a 32 denti (più quelli del giudizio).
Ho avuto un’idea…





























ITALIAN RAMEN : alla romagnola



ingredienti : per 2 persone



200 gr di farina + 2 cucchiai per le ovarine
3 uova
2 litri di brodo di carne (fatto in casa)
1 porro
qualche stelo di erba cipollina


Come prima cosa preparate le ovarine. Prendete un uovo e immergetelo in un pentolino pieno di acqua fredda.
Spostate sul fuoco e portate a bollore,contate 6 minuti spegnete la fiamma e bloccate la cottura dell’uovo con acqua fredda corrente. In questo modo otterrete un uovo sodo. Bravi!
Aspettate che si raffreddi e poi sgusciatelo.
Tagliate l’uovo in due ed estraete il tuorlo.
Mettete da parte l’albume,non vi servirà più.
Passate il tuorlo con una forchetta fino a ridurlo in poltiglia e aggiungete poca farina alla volta,iniziate a impastarlo a mano e quando avrà la consistenza della plastilina formate tante piccole palline,ovarine appunto, che riporrete in un piatto e metterete da parte. 
Ora preparate la sfoglia con le 2 uova rimaste e circa 200 gr di farina,impastate fino a formare un impasto liscio e sodo,coprite con pellicola e fate riposare per circa 30 minuti.
Ora infarinate una spianatoia e iniziate a tirare la vostra sfoglia,fatela sottile mi raccomando. Quando avrete finito spolverate con abbondante farina e ripiegatela su se stessa.
Tagliate i vostri spaghetti abbastanza sottili,i miei assomigliano più ad un tagliolino.
Apriteli e metteteli ad asciugare distesi su un ripiano infarinato (potete usare i vassoi in cartone usa e getta) e fateli riposare. 
Io li faccio asciugare bene se ho tempo,altrimenti potete cuocerli subito.
Scaldate il brodo in una pentola capiente e nel frattempo affettate finemente qualche fettina di porro e l’erba cipollina.
Quando il brodo bollirà buttate i vostri tagliolini ma rimanete nei dintorni,ci mettono pochissimo a cuocere!
Appena vengono a galla,spegnete la fiamma e fate riposare per 1 minuto. Prendete delle ciotole e riempitele con i vostri tagliolini e abbondante brodo. Servite con qualche ovarina e le fettine di porro. Decorate con l’erba cipollina e gustate caldo.
Come ve la cavate con le bacchette???










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LA RAGAZZA DELLE LISTE

12 Dicembre 2013

Burro,uova,pane…
Detersivo,shampoo,dentifricio…
Cavoli si è dimenticata la crema idratante *&@#…
Messaggino al maritino : Amore mi sono dimenticata la crema,puoi prendermela tu? Grazie! Seguono varie faccine sorridenti e il cuoricino…Perché è  adulta ma non troppo.
Ma tornando alla lista,o meglio alla ragazza delle liste.
Quella ragazza scrive liste per ricordarsi di ogni cosa,dalla spesa agli appuntamenti passando per i pensierini di Natale e così via…
Immancabilmente però quando va a fare la spesa,viene travolta dalle luci e i colori,gli odori e i luccichii e così finisce quasi sempre che dimentica qualcosa. 
Il più delle volte se ne accorge al momento di cucinare che fortunatamente spesso coincide con l’orario in cui il marito,un santo,è in palestra. Proprio sopra un supermercato.
E per fortuna oserei dire…altrimenti parecchie ricette non avrebbero visto la luce!!!
Ma cucina a parte,è nelle liste per i viaggi che quella ragazza da il meglio di se.
PER i viaggi perché nella lista ci sono tutti gli elementi che devono essere presenti nella sua valigia.
Dai calzini da aereo al carica batterie del telefono,ciabatte,elastici e mollette…strisce di cera pronte all’uso,forbicine,cerotti…maschere di bellezza,medicine di ogni tipo…costumi,t-shirt,biscotti…
Biscotti??? Si,non può farne a meno. Cibo di casa sua ovunque si trova. E’ come una malattia.
Un paio di anni fa,in vacanza,lei e suo marito hanno litigato per colpa di un biscotto e di un cane..ma questo ve lo racconto un’altra volta!
Quelle liste contengono proprio di tutto,diviso per abbinamenti,colore e quantità se si tratta di vestiti,pure le mutande non sono scelte a caso.
Qui si tratta proprio di una mania. O di una maniaca?
La differenza è poca. 
Sono presenti anche memorandum di cose da fare,tipo fotocopiare all’infinito il passaporto e riporlo in ogni tasca della valigia…
Che poi valigia…la ragazza usa uno zaino,bello capiente,comodo e riesce a farci stare proprio tutto! Pensate che l’ultima volta è riuscita a partire 20 giorni con 8 chilogrammi…
Un record per lei. Ha un modo tutto suo per farci stare ogni cosa,certo deve risicare un pò ma va bene.
Però,c’è un però.
Non sempre le sue liste sono affidali al 100%…come quella volta in Thailandia…quando si accorse che aveva dimenticato a casa le ciabatte nere (che si sa,sono ciabatte ma nere vanno con tutto…in Thai sono pure troppo eleganti!) dopo attimi interminabili di panico,in cui leggeva e rileggeva la lista e SI erano nella lista,SI erano barrate per cui voleva dire che DOVEVANO essere in valigia…si è resa conto che NON c’erano.
E infatti erano a casa ancora nella borsa della piscina…
Sapete che vi dico? Poco male,30 minuti dopo ne aveva addosso un paio nuovo fiammante comperato per 2 euro e 50 centesimi.
Come dice suo marito non vanno mica nel terzo mondo,lei e la sua mania delle liste…
Però quando poi lui si impanica perchè ha dimenticato il caricabatterie del suo cellulare,ringrazia sua moglie e la sua mania.
Perchè sa che sicuramente se l’è ricordato lei. 
Sempre se era nella lista…





















VELLUTATA PORRI,PATATE…e salsiccia


ingredienti :


2 grosse patate 
2 porri
1 cipolla
1 litro di brodo di verdure
50 ml di panna
20 gr di burro
olio evo
sale
sale nero di Cipro
pepe
1 salsiccia (se vi ricordate di comperarla)




Mondate la cipolla e i porri e affettateli in fettine sottili.
Coprite il fondo di una casseruola con olio d’oliva e il burro,unite le cipolle e fate soffriggere fino a quando diventeranno quasi trasparenti.
Ora aggiungete i porri e una piccola presa di sale,coprite con un coperchio e lasciate che le verdure perdano la loro acqua per almeno 10 minuti.
Nel frattempo sgranate la salsiccia in un padellino  e fatela dorare con un poco di olio. Mettete da parte.
Passate a sbucciare le patate e tagliatele in cubetti.
Unitele alle verdure,coprite con il brodo caldo e fate cuocere per circa 1 ora.
Quando tutto il brodo sarà stato assorbito,unite la panna e mescolate bene. Fate cuocere per altri 5 minuti.
Ora con l’aiuto di un frullatore (io ne ho usato uno a immersione) riducete in una purea vellutata la vostra zuppa.
Regolate di sale e pepe.
Servite con un filo di olio a crudo,una spolverata di pepe e del sale nero di Cipro. Ponete al centro del piatto la salsiccia.
Al posto dei soliti crostini di pane,ho realizzato degli scones con la salsiccia avanzata per accompagnare la zuppa.
Bon Appétit…