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LA RAGAZZA DEI SOFFICINI

1 Aprile 2015

Questa è la storia di una ragazza normale. Quella ragazza sono io,o meglio lo ero. Oggi dovrei dire signora,ma non mi si addice. Signora è mia mamma,dico sempre. Non so,mi vedo ancora così giovane…Comunque ritornando a noi. Questa è la mia storia.Ero una bambina molto capricciosa in fatto di mangiare,un po’ come tutti i bimbi. Verdure zero,pesce zero,carne poca,dolci tanti. So per certo,che già a quell’età,avevo le idee chiaro in fatto di cibo. Il problema era che di cibo ne capivo poco o niente. Sono una ragazza degli anni ottanta,quindi potrete capirmi se vi dico che sono cresciuta a sofficini,bastoncini del capitano e merendine di una nota marca. Immaginate quindi cosa ne capissi di cibo,per quanto avessi già gusti ben marcati. Non che mi lamenti,sono cresciuta bene. Ecco,magari qualche allergia alimentare me la sarei evitata se avessi mangiato meno conservanti,ma tant’è. Crescendo poi,non è che sia andata meglio…ricordo un periodo in cui andavo matta della piadina con la cioccolata spalmabile. Niente di strano per un’adolescente. Non fosse per l’aggiunta di badilate di maionese. Si,avete capito benissimo. Nutella e maionese insieme. Se ci penso ora mi viene mal di stomaco…Comunque ho superato pure quella fase,che più o meno coincide con il periodo in cui ho assaggiato le melanzane per la prima volta. E mi sono pure piaciute. Ma la mia cultura culinaria era ancora agli antipodi,diciamo che è negli ultimi dieci anni che ho finalmente iniziato a conoscere il cibo ed apprezzarlo. In effetti,se devo proprio dirla tutta,una buona parte della mia cultura la devo a mio marito e a sua madre. Sono entrata in casa loro che non mangiavo nulla e ora invece mi devono portar via il piatto a forza. Ma si sa,con gli anni si cambia… Ed esattamente sei anni fa,tutto è cominciato con una cena estiva e delle patate al forno. Mio marito che mi dice che sono più buone di quelle di sua madre…e io che da quel momento,accetto la sfida e mi lancio in cucina. Essere più brava di mia suocera,un traguardo inarrivabile. E’ così che ho iniziato a cucinare,seriamente. A studiare,informarmi,incuriosirmi. E’ si,perché non si può stare in cucina senza curiosità,senza voglia di sapori nuovi e diversi dal solito. Addirittura ora ho un blog di cucina tutto mio,faccio parte di una community meravigliosa,le Bloggalline. Ecco,loro sono le prime che voglio ringraziare. Perché se due anni fa non mi fossi unita a loro mi sarei persa un sacco di cose belle. Ho trovato e conosciuto persone speciali,persone vere. Amiche che ti aiutano in ogni modo e hanno sempre tempo per incoraggiarti,per una mano sulla spalla. Anche se virtualmente,loro ci sono sempre. Giorno e notte. E non crediate che parlino solo di cucina! Tra loro ci sono le nostre meravigliose admin,che nonostante abbiano anche loro una vita privata,negli ultimi mesi sono state completamente fagocitate da questo meraviglioso progetto che è iFood.

Il portale di cucina più bello del web. E io,ne faccio orgogliosamente parte. iFood raccoglie e accoglie l’amore per la cucina. Unisce persone diverse ma unite dalla stessa passione.

Vedrete,vi innamorerete di iFood,io l’ho già fatto!

Ultimi,ma non ultimi,vengono i ringraziamenti per Netaddiction e per tutte le persone che hanno lavorato tantissimo a questo progetto.

Sapete,la ragazza dei sofficini ancora non ci crede se pensa a tutte queste cose bellissime. Quella ragazza fino a qualche anno fa non sapeva proprio cosa fare della sua vita. Forse non lo sa nemmeno adesso. Ma di una cosa è sicura : non smetterà mai di cucinare.

 

 

 

 

 

ifood

 

Collage infografica no affiliazione

 

 

A presto,con una nuova ricetta…

PRIMI PIATTI, Senza categoria

LE LETTERE

11 Marzo 2015


Ho una sola fotografia che ritrae la mia nonna Lina.
Era la madre di mio nonno e io l’ho conosciuta quando ero piccolina.
Non ricordo molto di lei,a parte il grembiule a fiori che portava sempre e la sottile catenina d’oro dalla quale non si separava mai.
Ricordo perfettamente il giorno in cui è venuta a mancare,quando il nonno mi ha portato con se a vederla per l’ultima volta.
Forse è stata l’unica volta in cui l’ho visto veramente triste.
Ora della mia nonna Lina e del nonno Vittorio mi rimangono solo un paio di fotografie,di quelle ancora in bianco e nero,con il vestito buono.
E un mucchietto di vecchie lettere,scritte su carta sottile.
Ricordo ancora quando qualche anno fa,mia madre le ha scovate.
Insieme c’erano anche documenti,medaglie e quella fotografia.
Ritrae la nonna Lina,con l’immancabile grembiule a fiori mentre impasta sul tagliere infarinato.
Tengo tanto a quell’immagine,me la fa sentire più vicina.
Soprattutto ora che ho letto le lettere.
 

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i Dolci, Senza categoria

DOMENICA o MARTEDI’ ?

17 Febbraio 2015

Quando ero bambina il mio giorno preferito della settimana era la domenica.
Potevo dormire fino a tardi e poi sgattaiolare nel lettone dei nonni.
La nonna mi faceva spazio accanto a se e il nonno accendeva la televisione.
Guardavamo le televendite,al tempo andava alla grande Vanna Marchi.
La nonna la imitava benissimo e insieme ridevamo ad ogni suo “d’accordo”.
Nel frattempo il nonno si era alzato,si era pettinato i capelli davanti alla toeletta di noce scuro.
Aveva indossato il cappello blu e ed era uscito silenziosamente.
Andava a prendere il giornale,diceva.
Ma io sapevo bene che sarebbe tornato con bel altro.
Si recava all’edicola e insieme al quotidiano comperava sempre qualche bustina di figurine per me.
Ricordo che una volta me ne comperò talmente tante che per parecchi giorni ne continuai a trovare negli angoli più disparati.
Dopo il giornale passava sempre in pasticceria.
Non era domenica se lui non ritornava a casa con il pacchettino marrone legato con il nastro dorato.
Tornava in sella alla sua bicicletta grigia,una mano sul manubrio e l’altra sotto il vassoio.
Come un perfetto equilibrista,attento a non rovinare le preziose paste.
Io lo aspettavo sulla porta,con ancora il pigiama indosso.
I piedini freddi sul pavimento gelido.

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Il Pane e Affini, Senza categoria

UN’ OCCASIONE PERSA

11 Febbraio 2015
Oggi ho saputo che te ne sei andata.
E’ successo tutto troppo in fretta.
Ho ripensato a quanto tempo era che non ti telefonavo.
Troppo.
Ho rimandato,pensando fossi sempre lì ad aspettarmi.
Pronta per un abbraccio ed una chiacchierata.
Negli ultimi tempi avrei voluto chiederti mille cose,anche su mio padre.
Come lo conoscevi tu non lo conosceva nessuno.
E invece…
Spesso crediamo che alcune persone siano sempre lì,come le abbiamo lasciate l’ultima volta in cui le abbiamo viste.
Io ad esempio ti immagino con i tuoi inseparabili tacchi a spillo.
Li portavi sempre,anche con la neve.
Dicevi che ti davano grip.
Ed effettivamente solo tu potevi avere quella classe nel camminare a testa alta tra i cumuli neve.
Mi ricordo il tuo caschetto sale e pepe.
 

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Il Pane e Affini, Senza categoria

VOGLIO VIVERE 1000 VITE

28 Gennaio 2015

Chi non legge,

a 70 anni avrà vissuto
una sola vita : la propria.
Chi legge avrà vissuto 5000 anni:
c’era quando Caino uccise Abele,
quando Renzo sposò Lucia,
quando Leopardi ammirava l’infinito…
Perche la lettura è un’immortalità all’indietro.

Umberto Eco



Ho sempre amato leggere.
Già da piccolissima ho ricordi di me intenta a sfogliare libri.
All’inizio,quando ancora non sapevo riconoscere le parole,mi limitavo a girare le pagine e perdermi nei disegni dei libriccini per bambini che mia madre mi comperava.
Ho vividi ricordi di una collana di libretti,di poche pagine,che raccontavano le vicissitudini della protagonista.
Mia madre me li comperava dal giornalaio e ogni volta per me era una festa.
Sfogliavo le pagine sottili,così diverse dai libri veri che giravano per casa.
Mia madre mi leggeva la storia e io mi perdevo nei disegni che corredavano il giornaletto.
Potevo anche inventare storie tutte mie,basandomi solo sulle figure e sulla mia fervida immaginazione.
Ricordo anche i libri pop up,quelli che quando giri le pagine,come per magia si ergono castelli e principesse in 3d.
Mi piacevano tanto,uno in particolare.
Me l’aveva regalato la zia per Natale e credo di averlo consumato a furia di girare le pagine.
Non nascondo di aver letto anche tanti,tantissimi Topolino.
All’epoca in cui esistevano le librerie scambio,il sabato pomeriggio lo passavo seduta sul polveroso pavimento a scambiare giornaletti nuovi con i miei usati.
Cominciare a leggere,per davvero,per me fu una grande vittoria.
Ricordo ancora le prime volte,mi sentivo esaltata.
Ho capito solo più avanti il vero significato di leggere.
Il significato più profondo,l’importanza.
Credo di base ci sia la curiosità,e io sono molto curiosa.
Ho sempre voluto conoscere realtà diverse dalle mie,a partire dalla piccola fiammiferaia passando per Jack Folla e finendo dalla Fallaci.
Tutte storie diverse,alcune vere altre inventate.
Ma sempre storie.
Possono piacerti oppure no,puoi trovarti d’accordo con lo scrittore oppure no,eppure ognuna di questa ci lascia qualcosa.
E soprattutto ci fa conoscere altri mondi.
Io ho sempre creduto che fosse importante immedesimarsi nelle vicissitudini altrui,negli usi e consumi di altre popolazioni e di altre epoche.
Ricordo ancora lo sgomento nel leggere il diario di Anna Frank.
E la curiosità,quasi morbosa,del sapere come proseguiva la storia.
Probabilmente è stato quel libro a smuovere la mia voglia di sapere.
La voglia di conoscere di più su alcune vicende e alcune persone.
Quella voglia di sapere che mi porta ancora oggi a sfogliare libri vecchi un secolo,a respirare polvere nell’archivio di stato  e a fare le ricerche più disparate.
E vi dirò una cosa,a me i libri piacciono belli pasciuti.
Nello stile di Guerra e Pace,se vogliamo.
Più pagine ci sono e meglio è per me.
Mi sento sicura,protetta dall’odore della carta.
Se poi sono anche “vintage” sono al massimo delle mie aspirazioni.
Non ho un genere preferito,vado molto a periodi.
C’è stato il periodo dei gialli e degli horror,dei romanzi e delle biografie,dei libri di cucina e di quelli numerici.
A volte mi piace anche rileggere alcuni libri che adoravo da ragazzina.
Qualche tempo fa ho riletto Il Giardino Segreto,di Barnett.
Con la stessa emozione di quando l’ho letto la prima volta.
Sto pensando anche di rileggere Il Buio oltre la siepe,che ormai non lo ricordo più.
L’importante è leggere.
Senza non so stare.
Se c’è una costante nella mia vita,è proprio questa.
La mia sete di sapere mi porta a non passare un giorno senza leggere almeno un paio di pagine.
Magari nemmeno dallo stesso libro,e non vi dico il casino che si crea nella mia testa passando da un ricettario a un romanzo d’epoca.
Però è come una malattia,un’arsura di storia costante.
E’ un bisogno,che si fa impellente quando passo troppo tempo davanti a questi moderni schermi luminosi.
Ho necessità che i miei sensi trovino conforto nella carta stampata,nell’odore e nel fruscio.
Allora sento che la testa si rilassa e piano piano mi rilasso anche io…
Seduta sul mio comodo divano posso essere ovunque.
Posso essere in Francia,nei giardini della Loira,ai tempi del Re Sole.
Ma anche a Forlì,nella cucina di Pellegrino Artusi o in Africa tra i Masai.
Leggere ti permette di viaggiare rimanendo comodamente a casa tua,davanti al camino.
Certo,non è la stessa cosa.
Ma è meglio di niente.
Anzi,per alcuni versi è anche meglio.
Me lo dite voi,come facevo ad andare a Tara,che nemmeno esiste?



































BAGELS…ricetta di Jamie Oliver



ingredienti : 11/12 bagels


480 gr di farina manitoba
50 gr di farina 00
250 ml d’acqua
7 gr di lievito di birra secco
3 cucchiai di olio evo
7 cucchiai di miele millefiori
2 uova
1 cucchiaino di sale
semi vari (sesamo,sesamo nero,papavero e finocchio)

Unite l’acqua,un uovo e 3 cucchiai di miele in una contenitore.
Emulsionateli tra loro e mettete da parte.
In una ciotola (io uso l’impastatrice) miscelate le farine,il sale e il lievito.
Aggiungete la miscela con l’uovo e impastate velocemente e per almeno 10 minuti. (Stessa cosa se usate un robot).
Impastate finché non otterrete un composto sodo ma elastico. Formate una palla e mettetela a riposare in una ciotola,leggermente unta con un filo di olio.
Coprite con un canovaccio umido e lasciate lievitare per almeno 2 ore.
Ora,sgonfiate leggermente l’impasto e formate 12 pagnottine.
Io con queste dosi ne preparo 11,perché li lascio leggermente più grandi.
Formate delle palline e con il pollice infarinato (tuffatelo direttamente nella farina) formate un buco al centro.
Insistete un pochino,perché i buchi in cottura tenderanno a restringersi.
Ricoprite con un canovaccio umido e mettete una pentola capiente sul fuoco con i 4 cucchiai di miele rimasti e abbondante acqua.
Portate a bollore e abbassate la fiamma.
Tuffate i vostri bagels quattro per volta,fate cuocere per 2 minuti poi girateli e fate cuocere altri 2 minuti.
Con una ramaiola togliete dal fuoco e posizionate su un vassoio o un ripiano rivestito con un canovaccio pulito e asciutto,a scolare l’acqua in eccesso.
Fate così per tutti i bagels che avrete preparato.
Ora foderate una teglia da forno con carta apposita e posizionate i bagels abbastanza distanziati tra loro,tendono a crescere in cottura. 
Sbattete l’uovo rimasto e spennellatelo sopra la superficie dei vostri bagels. Cospargete di semi vari,qua potete sbizzarrirvi e andare secondo il vostro gusto.
I miei preferiti sono i semi di sesamo neri.
Cuocete in forno già caldo a 180° per 20 minuti circa,i bagels devono essere belli dorati in superficie.
Lasciate freddare su una griglia e servite tiepidi.
Potete farcirli con qualsiasi ingrediente a vostro piacimento.
Io oggi ho utilizzato semplice insalata,pomodoro a fettine e uova alla benedict.
Se,e dico se,rimangono…potete richiuderli in un sacchetto gelo per conservarli. Potete anche congelarli e utilizzarli in seguito,riscaldandoli in forno.
Buon appetito!