PRIMI PIATTI, Senza categoria

LASAGNA COL BENE CHE TI VOGLIO

18 Novembre 2013

Vi ho già parlato della mia mania di guardare vari programmi di cucina. Proprio ieri ne ho visti alcuni.
Nel primo preparavano la vera lasagna alla bolognese,quella che anche io vi proporrò oggi.
Nel secondo preparavano una lasagna…che di lasagna non aveva niente ed era condita pure con il ketchup.
Per carità,io sono aperta ai nuovi sapori e alle esperienze culinarie…ma la lasagna con il ketchup proprio no.
E così oggi mi sono svegliata con una gran voglia di lasagne,di quelle vere,fumanti e con la crosticina al formaggio.
Tipo quelle che fa mia suocera…però alla bolognese e soprattutto fatte da me dalla A alla Z.
Ci vuole tempo,tanto tempo per una buona riuscita delle lasagne,ma ne vale la pena.
Certo non sempre si ha il tempo di preparare una ricetta così lunga,con i ritmi frenetici che la vita moderna ci impone.
Eppure la cucina richiede tempo e io quando me ne ritaglio un pò  non riesco ad esimermi dal preparare ricette lunghe e laboriose che altrimenti non riuscirei a fare.
Mi viene in mente una pubblicità che gira in tv in questi giorni…il figlio lontano ritorna a casa e la madre per festeggiarlo gli prepara le tagliatelle.
Quasi commovente non fosse per la scatola di pasta pronta che campeggia in più scene. ORRORE.
Ma dico io,è pubblicità ingannevole che la madre dica al figlio “Ti ho fatto le tagliatelle”.
Non dico di non aver mai usato pasta pronta ma di certo non la cucinerei per un mio caro che ritorna a casa dopo una lunga assenza.
A tirare due uova di sfoglia ci si mette poco più che a far cuocere la pasta compera.
Riflette donne,riflettete.
Tralascio il sugo,perché per fare un buon ragù ci vogliono circa 2 ore,un sacco di tempo.
Comunque oggi sono uscita a comperare tutti gli ingredienti e poi di buona lena mi sono messa al lavoro.
A parte il fatto che mi ero dimenticata la pancetta e sono dovuta tornare a comperarla…mi sono divertita a cucinare per ore.
Penso a quando le lasagne le fa mia suocera,la teglia che io e mio marito ci mangiamo alla velocità della luce (e ci lamentiamo pure che sono poche)è delle stesse dimensioni di quella che preparerò oggi.
Penso a tutto il lavoro che c’è dietro e mi chiedo come faccia a preparane così tante da sfamarci 10 persone.
Quella donna ha tutta la mia stima.
Oggi ci provo anche io,faccio le mie prime lasagne!

































LE LASAGNE,QUELLE VERE


ingredienti : per una teglia da 6 porzioni




per la sfoglia delle lasagne :

2 uova 
200 gr di farina (+ 50 gr circa)
50 gr di spinaci lessati

Attenzione : Quando fate la sfoglia con le verdure,soprattutto gli spinaci tenete conto che dovrete usare più farina in quanto le verdure rilasceranno un pò d’acqua al momento dell’impasto.


per il ragù :
200 gr di magro di vitello macinato
200 gr di macinato di maiale
100 gr di pancetta di maiale macinata
5/6 cucchiai di concentrato di pomodoro 
1/2 bicchiere di vino bianco
200 ml di acqua
preparato per soffritto (cipolla,carota e sedano)
olio evo
noce moscata
sale 
pepe
100 gr di Parmigiano Reggiano grattugiato per la composizione


per la besciamella :

500 ml di latte
35 gr di burro + 1 poco per imburrare la teglia
35 gr di farina




Come prima cosa fate lessare gli spinaci accuratamente lavati e conciati. Prendete una padella e metteteci gli spinaci senza scolarli troppo. Aggiungete poco sale,coprite con un coperchio e fate appassire per qualche minuto. Fate raffreddare e con l’aiuto di carta da cucina,strizzateli per bene. Poi tritateli e mettete da parte.
Passate al ragù,tritate tutte le verdure per il soffritto e la carne se non è già macinata.
Ora prendete una casseruola e copritene il fondo con l’olio d’oliva,siate generosi. Unite le verdure tritate (circa una tazza) e accendete il fuoco.
Fate soffriggere dolcemente,mescolando di tanto in tanto.
Quando la cipolla diventerà trasparente unite la pancetta e tenete l’altra carne da parte per ora.
Alzate la fiamma e fate sciogliere il grasso facendo sfrigolare la carne. Mi raccomando,il fuoco deve essere medio,non troppo basso! Fate cuocere per 3/4 minuti e poi aggiungete il maiale e il vitello,a pezzi piccoli e sempre sgranandola con un cucchiaio di legno per evitare che si raggrumi.
Ora salate e pepate,unite un pizzico di noce moscata,sfumate con il vino e fate cuocere per qualche altro minuto. Aggiungete il concentrato di pomodoro e mescolate bene per amalgamare gli ingredienti.
Unite l’acqua,mescolate di nuovo e coprite con un coperchio.
Abbassate la fiamma e fate cuocere per 2 ore circa.
Nel frattempo preparate la sfoglia : sia che usiate un impastatrice o la forza delle vostre braccia,il procedimento è lo stesso. Unite le uova alla farina e agli spinaci tritati,impastate fino a che la pasta cambierà colore e diventerà verde. Fate riposare per una mezz’oretta e poi iniziate a tirarla e ricordate di farla sottile sottile.
Una volta che sarà pronta ritagliate dei rettangoli o quadrati e adagiateli su carta da cucina o su un canovaccio pulito.
Preparate una pentola dove metterete a bollire abbondante acqua a cui avrete aggiunto un paio di cucchiai di olio d’oliva,servirà a non far attaccare la pasta. 
Preparate anche una ciotola capiente,unitevi acqua gelata e anche qui l’olio. Con quest’acqua raffredderete mano a mano che le cuocete le sfoglie delle lasagne.
Ora quando l’acqua bolle immergete 4/5 sfoglie alla volta,fate cuocere 2 minuti e poi scolate nell’acqua fredda. Toglietele dall’acqua fredda e fatele asciugare sempre su carta forno o su di un canovaccio. Ripetete per tutte le sfoglie e poi passate a preparare la besciamella.
Mettete a bollire del latte e intanto fate sciogliere il burro in un pentolino e unite la farina mescolando con una frusta. Togliete subito dal fuoco e unite il latte bollente continuando a mescolare,salate pepate e unite una spolverata di noce moscata.
Mescolate fino a quando si addenserà e velerà il cucchiaio.
Spegnete la fiamma e aspettate che il ragù sia pronto.
Quando la carne avrà assorbito quasi tutto i liquidi spegnete la fiamma e anche il ragù è pronto.
A questo punto unite la besciamella al ragù,poco per volta e sempre mescolando. (Questo l’ho visto fare nel programma,in realtà si fa uno strato con il ragù e poi la besciamella. Ma così è molto buona e i sapori si mescolano alla perfezione!)
Finalmente è arrivato il momento di assemblare le lasagne.
Imburrate una teglia da 6 porzioni (potete usare anche quelle usa e getta) e posizionate le sfoglie di pasta fino a coprire il fondo. Irrorate con abbondante sugo e besciamella e spolverate con il parmigiano. Ricominciate con la sfoglia e ripetete fino a terminare con uno strato di sugo (vi verranno circa 7 strati,quanti ce ne stanno nella teglia come diceva il cuoco in tv). Spolverate generosamente con il parmigiano e irrorate con olio d’oliva. Infornate in forno caldo a 180° per 40 minuti.
Sfornate e lasciate freddare almeno 15 minuti,lo so che è dura aspettare ma così non vi ustionerete!
Tagliate in 6 porzioni e gustatevele…dopo tutta la fatica che ci è voluta ve ne meritate almeno doppia razione!







Ps. Alla fine il maritino ha decretato che le mie erano più buone di quelle di sua mamma,ma voi non ditelo a mia suocera!

PRIMI PIATTI, Senza categoria

MI RICORDO MONTAGNE VERDI

12 Novembre 2013

Mi ricordo i suoi capelli.
Bianchi come la neve che durante l’inverno ricopriva le montagne circostanti.
Lunghi fino alla vita,sempre pettinati in una lunga treccia.
Ricordo di come le sue agili seppur vecchie dita intrecciavano quei pallidi capelli.
Ricordo…che…
Tra le verdi montagne sorgeva una casetta.
Bianchi sbuffi di fumo segnalavano la presenza di vita in cucina…
Ricordo l’orto e le viti curate da mio nonno,la cantina sempre stracolma di succhi di frutta fatti in casa e passate di pomodoro gelosamente custodite in una vecchia ghiacciaia della Cocacola.
Il pavimento consunto della cucina dove in un angolino in alto giaceva,per la maggior parte del tempo spenta,una vecchia tv in bianco e nero. Un lavello in pietra e la stufa.
Quanto adoravo quella stufa quando ero piccola,mia nonna paterna ci cucinava ogni ben di dio e il pomeriggio mi assopivo sulla poltrona del nonno cullata dal tepore e dal profumo che proveniva  proprio dalla stufa.
Ho pochi ricordi dei miei nonni paterni,erano già anziani quando io ero poco più che una bimbetta.
Tra questi sopravvivono ancora vividi le scorribande a rubar ciliegie mentre nonno Francesco lavora all’orto,il picnic in una soleggiata giornata di primavera nei campi verdi,il dobermann del vicino di casa e lei. La Peppina.
Viveva nella casa adiacente a quella dei miei nonni e nella mia cameretta c’era una porta comunicante,chiusa a chiave e mai aperta. A me riempiva di terrore,perchè la Peppina e mia nonna erano cugine ma per qualche oscuro motivo non si rivolgevano la parola dal tempo dei tempi.
Io mi giravo e rigiravo nel letto e sognavo di essere rapita dalla povera Peppina che poi mi faceva cuocere nel pentolone del brodo.
Non ero tranquilla neanche di giorno quando giocavo in giardino e il gatto grigio e mezzo cieco della vecchina stava sempre alla finestra, quasi a controllare che nessuno si avvicinasse alla casa.
Immaginate lo stupore e la paura che mi presero quando un giorno mentre giocavo proprio vicino all’uscio della Peppina,lei uscì fuori e in un attimo mi infilò in casa sua.
Casa,se così la vogliamo chiamare.
Ricordo un immenso e gelido corridoio che finiva in un unica stanza con una stufa. Sulla stufa un pentolone (visto che non sbagliavo?) in cui sobbolliva un brodo che non era per niente invitante. Il gatto mi soffiava contro e senza parlare la vecchia prese un involto di stoffa e me lo consegnò tra le mani.
Io iniziai a indietreggiare e dire che non volevo niente ma nel giro di un paio di secondi ero di nuovo fuori in giardino.
Corsi da mia nonna e mia madre con il fagotto di stracci,dove all’interno trovammo una bistecchina di manzo vecchia e rinsecchita. Ora,non chiedetemi perchè l’abbia fatto.
Presumo fosse carne prelibata e me l’abbia voluta donare…
Viveva in condizioni igieniche del medioevo e non possedeva un frigorifero,ma comunque mia nonna mi disse di buttarla senza aggiungere altro. 
Non credo mi avvia voluto rifilare carne avariata per farmi stare male,povera vecchia Peppina.
Non l’ho mai sentita parlare e non ho mai saputo quale fosse il motivo per cui lei e mia nonna non si parlassero più.
Non glielo cavavi nemmeno con le pinze questo segreto.
Lei era una donna d’onore,di altri tempi.
Una donna da cappelletti.
Quando penso a lei non posso non pensare alle sue mani che lavorano la pasta,la piegano a fazzoletto e poi la girano attorno al dito.
Uno dopo l’altro per 10,100,1000 volte.
Ho passato pomeriggi interi a guardarla mentre faceva la magia.
E quando sono cresciuta un pò,ho smesso di cuocere il cibo per le bambole e ho iniziato ad aiutarla.
E’ così che ho imparato.
Via via i ricordi si sbiadiscono ma ogni volta che le mie dita si muovono per arricciare la pasta,lei mi viene in mente,con i suoi capelli candidi e le scarpe costose. 
Perché lei poteva risparmiare su tutto ma non sulle scarpe.
Perché lei ha saputo andare avanti nonostante la vita l’abbia colpita duramente.
Perché non l’ho mai sentita alzare la voce.
Perché era una cuoca eccellente.
Perché avrei voluto conoscerla meglio.




Questi cappelletti sono per te, Nonna. 






































I CAPPELLETTI DI NONNA CATERINA



ingredienti : per 2 persone


per la pasta :


200 gr di farina
2 uova


per il ripieno :


500 gr di carne macinata (vitello e maiale,1 fetta di mortadella)
1 uovo
2 cucchiai di Parmigiano Reggiano
1/2 cucchiaino di noce moscata
il succo di mezzo limone
125 grammi di stracchino 

(con queste dosi ricaverete circa cappelletti per 4 persone,se vi avanza del ripieno potete congelarlo e utilizzarlo in seguito).


per la cottura : 

abbondante brodo di carne (fatto in casa,per pietà!)



Per la realizzazione della sfoglia e del ripieno guardate qua.
L’unica differenza sta nel modo in cui taglierete e ripiegherete la pasta.
Stendete la pasta fino a farla diventare molto molto sottile e con l’aiuto di un tagliapasta tagliate delle strisce e poi riducetele in riquadri delle uguali dimensioni. (Attenzione da qui deciderete la grandezza del vostro cappelletto).
Prendete il vostro impasto e riempite un sac a poche oppure come fanno le vere zdore romagnole fate a mano delle piccole palline di ripieno. Mi raccomando,per ottenere il massimo dai vostri cappelletti usate la giusta proporzione tra impasto e ripieno.
Posizionate una perla di ripieno in ogni quadrato di sfoglia.
Ora mettete un pochino d’acqua in una ciotolina e inumiditevi il dito passandolo poi sui bordi dei quadratini di pasta.
In questo modo la pasta aderirà di più e non vi si aprirà durante la cottura.
Ora piegate a fazzoletto (a metà) il quadratino di pasta con all’interno il ripieno,premete sui bordi per far uscire l’aria e sigillare bene e una volta giunti ai due lati opposti uniteli e premete leggermente. Così formerete un piccolo anello.
Replicate fino a terminare tutti i quadretti.
Ora portate a bollore circa un paio di litri di brodo di carne e tuffateci i cappelletti. Quando verranno tutti a galla sono pronti. Servite caldi con abbondante brodo.















La Carne, Senza categoria

UN’ EX BAMBINA CAPRICCIOSA E IL COMFORT FOOD

6 Novembre 2013

Mi ricordo ancora la scena : io aggrappata alla sottana di mia madre che urlo e grido come un’aquila…
Tutto per avere un ovetto di cioccolata.
Ricordo anche la Signora che mi comprò il tanto agognato ovetto.
No,non era mia madre.
Era una cliente del supermercato dove ci trovavamo.
E ricordo ancora le sue parole : “Signora,glielo compro io l’ovetto a sua figlia…basta che la smette di urlare!!”.
Ecco a voi Elisa,bambina capricciosa.
Che figura. 
Se ci penso adesso…povera la mia mamma.
Lo ammetto,da piccolina facevo un sacco di storie.
Il 99,9 per cento delle volte era per il cibo.
Se dovessi fare una lista di quello che NON mangiavo scriverei per ore,e non mi vergogno a raccontare di come sono cresciuta a suon di bastoncini di pesce (unico stratagemma per farmelo mangiare),zero verdure a parte le zucchine e solo carne di pollo.
Non che mi lamenti,sono cresciuta bene come tutti.
Eppure queste lacune alimentari mi hanno seguito per tantissimi anni.
Eh si,perchè mai avrei pensato che alcuni dei piatti che guardavo storcendo il naso da bambina,mi sarebbero piaciuti così tanto da adulta.
Ma così va il mondo,e in effetti se ci penso ricordo mia madre o mia nonna che mi dicevano che da adulta avrei capito quei sapori,così semplici eppure così genuini e ricchi.
Solitamente me lo dicevano dopo aver provato invano a farmi assaggiare qualcosa di nuovo…ma io non ho mai ceduto.
Non è stato facile farmi cambiare idea,ma io so quando è
successo. 
E’ successo quando ho visto cucinare mia suocera,giorno dopo giorno provare a farmi assaggiare nuovi sapori,fosse anche per delle semplici bietole. 
E’ successo quando ho visto mio marito assaporare con gusto qualcosa che io non avrei mai mangiato.
E’ successo quando ho scoperto dopo 6 anni che sempre mio marito mi metteva il parmigiano nella pasta a mia insaputa…perchè ero convinta non mi piacesse.
E’ successo quando ho scoperto di essere allergica a un sacco di alimenti che mi piacevano.
E’ successo quando ho assaggiato il grasso del Pata Negra,io che l’ho sempre scartato il grasso del prosciutto.
E’ successo e basta.
Giorno dopo giorno ho imparato (lo so che non si dice ma è il termine perfetto per me) a mangiare la carne al sangue,le melanzane che per me erano tabù,la pancetta,il pesce crudo e un sacco di altre cose che mai avrei pensato.
Ora sono cresciuta e di capricci ne faccio ben pochi,al massimo impazzisco alla ricerca di un ristorante che serva il manzo Kobe…
E come prevedevano mia madre e mia nonna alcuni gusti li ho capiti e apprezzati con il passare del tempo.
A 30 e anta anni ora stravedo per i cardi,o gobbi.
In umido con la salsiccia.
Ma anche fritti,i primi che ho avuto il coraggio di assaggiare…
E’ un piatto semplice ma che da l’idea di casa,di accogliente.
Il camino accesso,la salsiccia che sfrigola.
Ho reso l’idea?


Ps. Non è che ora mangio proprio tutto tutto…
Alcuni tabù sono rimasti : fegato,trippa e simili.
Non sono ancora pronta.



























GOBBI IN DUE SERVIZI 


ingredienti : per 2 persone affamate


8 salsicce grosse 
1 mazzo di cardi o gobbi
olio evo
olio di semi
2 uova 
pangrattato
farina
sale


Lavate e pulite i cardi (a proposito,i cardi sono quelli di forma allungata,i gobbi li riconoscete perchè sono più gobbi e più dolci) togliendo i filamenti esterni con l’aiuto di un coltello.
Vi consiglio l’utilizzo di un paio di guanti usa e getta se non volete ritrovarvi le mani nere.
Mano a mano che li pulite e li tagliate in quadrotti,immergeteli in una ciotola in cui avrete stemperato 30 gr di farina.
In questo modo perderanno l’amaro e diventeranno bianchi.
Potete aggiungere anche succo di limone per ritardare l’ossidazione ma io non l’avevo per cui ne ho fatto a meno.
Mettete a bollire abbondante acqua salata e tuffateci i gobbi.
Fate cuocere coperti per circa 40 minuti,controllate con una forchetta che diventino teneri. Nel frattempo tagliate in due le salsicce e fatele cuocere in una casseruola con poco olio. Aggiungete qualche cucchiaio di acqua se dovessero asciugarsi troppo. Tenete coperto e fate cuocere bene finchè la salsiccia inizierà a dorarsi. In questo modo perderà parecchio grasso che potrete evitare di mangiare scolandole.
Controllate i gobbi e una volta pronti scolateli e raffreddateli subito con del ghiaccio o dell’acqua fredda.
Ora tenete da parte circa 10 quadrotti di gobbi e immergeteli in una ciotola con qualche cucchiaio di farina.
Lasciate riposare e fate scaldare poco olio in una padella in cui unirete i gobbi e le salsicce scolate dall’olio di cottura.
Coprite e fate cuocere per 15/20 minuti in modo da unire bene i sapori e ammorbidire la carne.
Tornate al fritto,mettete l’olio di semi sul fuoco e mentre raggiunge la temperatura togliete i gobbi infarinati,passateli nelle uova sbattute e poi nel pangrattato (se utilizzate 3 ciotole farete meglio).
Tuffateli nell’olio ben caldo,fate cuocere per qualche minuto e quando saranno ben dorati scolateli e adagiateli su carta da cucina.
Salate e aspettate a gustarli qualche secondo visto che dovreste essere pronti anche con i gobbi in umido,impiattate e irrorate con il sughetto di cottura. 
Più comfort di così…











i Dolci, Senza categoria

ORA LEGALE SI ORA LEGALE NO

28 Ottobre 2013
Avete cambiato l’ora?
Vi siete svegliati più riposati?
Io questa mattina ho anticipato la sveglia di un’ora!
Però…quello che ci regala al mattino se lo riprende al pomeriggio…quando fa buio così presto!
Avete presente quelle giornate buie e grigie in cui diventa notte senza nemmeno aver mai fatto giorno veramente?
Tristi eh? Beh in questi ultimi giorni sono lontane anni luce.
Rimini è rischiarata da un cielo azzurro e terso,24 gradi scaldano l’aria già frizzantina di fine ottobre.
E’ un regalo inaspettato,che lascia tutti sorpresi,soprattutto  chi sta facendo o ha già fatto il cambio degli armadi…per ritrovarsi ancora in maniche corte a pochi giorni da novembre.
Strano iniziare a pensare alle vacanze invernali (rigorosamente al caldo!) quando sembra ancora estate…eppure…
Eppure la mia testa corre lontano,chilometri e chilometri.
Spiaggie assolate,sabbia bianchissima e cieli di un azzurro mai visto…dove il cibo è speziato e la birra sempre gelata.
Dov’è sempre caldo,caldissimo.
Talmente caldo che all’ora di punta non puoi stare sotto il sole.
Sempre che non preferiate l’abbronzatura stile carne ai ferri e la lingua felpata per la disidratazione tutto il pomeriggio.
Io per rinfrescarmi bevevo il cocco…o meglio l’acqua di cocco.
Si prende un cocco verde,non ancora maturo e con l’aiuto di un affilato coltello si incide la parte superiore per creare una specie di ciotola. Si inserisce una cannuccia e il gioco è fatto.
La prima volta può essere una delusione,uno si aspetta che il sapore di cocco lo devasti e invece…diciamo che come sapore è molto light. Ma dissetante al massimo e ottimo per la salute.
Io da vera viziata quale sono aggiungevo sempre anche un bicchierino di rum e mandavo a farsi benedire i benefici salutari. Ma quanto è buono!!
In effetti,quando lo ordinavo,il rum dovevo aggiungerlo a parte,deve essere una sorta di sacrilegio,facevano due occhi!
Rum a parte,cosa riesce meglio del profumo di cocco a farvi andare a terre esotiche e lontane?
Io lo adoro,il suo profumo mi inebria.
Oggi sogno le vacanze e ve ne faccio assaporare un pezzettino…
In testa la mia Thailandia ma una ricetta caraibica per le mani.
Semi di cacao e Fave Tonka riempiono di sapori tropicali il mio pomeriggio.
Siete pronti a partire?
























































COCCO MON AMOUR : 

Budino al latte di cocco e fava tonka


ingredienti :



250 ml di latte di cocco
150 ml di latte parzialmente scremato
3 cucchiai di zucchero semolato
3 cucchiai di farina di cocco
1,2 fave Tonka
100 gr di crunch di semi di cacao
10 gr di pistacchi di Bronte
1 cucchiaino di Agar agar in polvere


Tagliate a metà una fava tonka,togliete la pellicina e mettete in infusione in una ciotola insieme al latte (entrambi)e alla farina di cocco.
Lasciate per una mezz’ora o più tempo se ne avete la possibilità.
Quando sarà passato il tempo da voi stabilito,colate attraverso un colino a maglie strette.
Ora prendete un pentolino e aggiungete il latte,unite lo zucchero e l’agar agar. Accendete la fiamma e aiutandovi con una frusta amalgamate bene il tutto e portate a bollore.
Fate bollire per 7 minuti circa e versate il composto nel vostro stampo da budino.
Fate raffreddare e una volta pronto sformatelo aiutandovi con un coltellino affilato da far passare sui bordi.
Ora posizionate il crunch di semi di cacao su un piattino e rovesciatevi sopra il vostro budino. Eliminate le briciole di semi in eccesso. Tritate i pistacchi e se volete altra fava tonka e utilizzateli per decorare il budino.
Vi sembra o no di essere in vacanza?






























Con questa ricetta partecipo al contest di Vaty,Contaminazioni.



Gli Appetizer, Senza categoria

PROVARE PER CREDERE

24 Ottobre 2013



Che gli americani fossero dei veri golosastri non è una novità,soprattutto per me,vorace divoratrice di programmi tv sull’american food. Una cosa l’ho capita ormai da tempo.

In fatto di barbecue non hanno niente da imparare,anzi sono ottimi grigliatori. Per non parlare poi di tutti quei piatti laidi (come direbbe Giorgione…) che propongono. C’è sempre un aggiunta stratosferica di ingredienti extra e salse burrose.
E le dimensioni! In America contano eccome! Le bistecche sono enormi,la verdura pare gonfiata con il palloncino,un semplice caffè è grande come una pinta di birra,i sandwich li friggono pure…
E si potrebbe continuare all’infinito.
Ora dieta a parte,chi non ha avuto l’acquolina almeno una volta di fronte a quei cibi grassi,unti e grondanti formaggio fuso?
Io sono una di queste. Non importa l’ora,se in tv passa un hamburgher succulento,mi viene subito fame e voglia di addentarlo.
E quando qualche giorno fa ho fatto conoscenza della meravigliosa Poutine come potevo esimermi dal prepararla?
Dal primo momento in cui l’ho vista (in tv) non ho fatto che pensare a lei! E pensa oggi pensa domani…ecco qui.
La mia poutine.
Tipico piatto Canadese,trattasi di patatine fritte aggredite con salse,formaggi e altre diavolerie. 
Non proprio concepibile da parte di un italiano,abituati come siamo alla dieta mediterranea.
Ma a questo punto al diavolo la dieta,stasera preparo la mia poutine contaminandola con sapori che partono dall’Italia,passano per il Messico,il Canada e la Tunisia. Per poi tornare in Patria.
Lo so,l’abbinata patate fritte – formaggio fuso – chili con carne non è tanto leggera ma è così buona!!!
L’avevo un po’ sminuita…”ma si sono solo patatine e formaggio…” dicevo.
E invece,mi sono dovuta ricredere. Quando la forchetta è affondata nel chili e nelle patatine al formaggio mi sono quasi commossa.
God Bless America. Ops,Canada!

























POUTINE CONTAMINATA



Ingredienti :



3 patate bianche del Montefeltro
Aceto bianco
1 litro di olio di semi di girasole
100 gr di Gorgonzola di Busterlengo
1 cucchiaino di Pasta di Harissa

Per il chili :

1 spicchio di aglio
1/2 cipolla 
1 peperone rosso 
1 peperone giallo
1 peperone verde lungo
500 ml di brodo di manzo
250 gr di spalla di maiale
250 gr di polpa di vitello
700 ml di passata di pomodoro
1 cucchiaio di concentrato di pomodoro
sale
pepe
peperoncino frantumato
cannella in polvere
semi di cumino
olio evo
pasta di Harissa


Per la realizzazione del chili guardate qua,al momento di speziare le verdure unite però 1 cucchiaino di pasta di Harissa tunisina. È una pasta al peperoncino piccante usata per insaporire. Magari prima di unirla assaggiatela così potrete regolarvi a seconda del vostro gusto.
Potete preparare il chili in precedenza così da averlo già pronto quando dovrete assemblare la vostra poutine.
Iniziate pelando le patate,lavatele e tagliate a bastoncino.
Mettete a bagno in una ciotola con acqua e qualche cucchiaio di aceto bianco. Tenetele il più possibile così perderanno tutto l’amido in eccesso. L’aceto servirà a farle rimanere croccanti all’esterno ma morbide all’interno. Due ore sarebbero l’ideale.
Una volta pronte,scolatele e asciugatele con carta da cucina.
Scaldate abbondante olio in una pentola o in un wok se preferite e iniziate a friggere le patatine.
Devono essere belle dorate,ci vorrà un pochettino di tempo extra ma ne varrà la pena. Scolate dall’olio,adagiate su carta forno,combattete contro la voglia di mangiarle tutte e continuate a friggere il resto delle patate.
Nel frattempo accendete il forno a 180° gradi,vi servirà poi per far fondere il gorgonzola.
Prendete una pirofila da forno,adagiatevi qualche manciata di patate,il gorgonzola tagliato a cubetti e il chili caldo.
Infornate per circa 10 minuti,giusto il tempo che il formaggio fonda. Gustate ancora caldo ma attenzione alle ustioni!








Con questa ricetta partecipo al Contest di Vaty, Contaminazioni