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i Dolci

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QUEL CHE MI RESTA

27 Aprile 2015

Un pugno di fotografie.
Un paio di disegni.
Un vecchio shaker.
E la sua macchina fotografica.
Questo è tutto quello che resta su mio padre.
Negli anni mia madre ha regalato tante cose,alcune sono andate perse,altre si sono deteriorate con il passare del tempo.
Ho vecchi ricordi di una chitarra elettrica bianca.
Di una macchinina telecomandata,di quelle a benzina.
Un bracciale a catena da me perso durante una partita di pallone in spiaggia.
Il suo vecchio maglione militare che indossavo sempre quando ero ragazzina.
La fede custodita nel portagioie di mia madre.
Non ricordo altro.
Ne posseggo altre cose sue.
C’è stato un tempo in cui ce l’avevo a morte con mia madre per essersi disfatta delle sue cose,dei suoi oggetti.
Quando ero piccola mia madre mi parlava di lui,mi raccontava aneddoti di quando era ragazzo,di come si erano conosciuti,delle sue passioni e dei suoi amori.
Ma si sa,con il tempo i ricordi si fanno lontani e così più passa il tempo e più mi sento di non conoscere affatto mio padre.
Avrei tante domande da porre a mia madre ma forse per pudore non me la sento di farle tirare fuori un dolore oramai sopito dal tempo.
Se mai si può smettere di soffrire per aver perso il compagno di vita e padre dei tuoi figli.
Ad appena 26 anni.
No,non posso.
Non posso proprio.
N
on voglio vedere adombrarsi gli occhi di mia madre.
Lei che mi ha cresciuta e non mi ha mai fatto mancare nulla.
Io le devo almeno un pò di rispetto per il suo dolore.
Che poi,queste domande mica mi risolverebbero la vita.
Non mi riporterebbero indietro mio padre.
Rimarrebbe tutto così,come in questo momento.
Continuerei ad aver solo un pugno di fotografie,un vecchio shaker e la sua adorata macchinetta.
Devo smettere di continuare a cercare cose sue,scampate alla pulizia di mia madre.
Devo smettere di lamentarmi di non avere suoi ricordi.
Ne effimeri ne reali.
Per anni ho cercato di conoscerlo meglio attraverso i pochi oggetti rimasti.
Ma non è stato così semplice.
Crescendo mi manca sempre di più.
Mi pongo domande che quando ero giovane e spensierata non mi passavano nemmeno per l’anticamera del cervello.

Ora come ora non so cosa darei per poterlo avere qui.
A condividere non solo le passioni comuni ma soprattutto la vita.
Forse è per questo che lo cerco nei suoi oggetti rimasti.
Forse è per questo che mantengo con cura ogni sua cosa.
Ho il terrore di smarrire anche quel poco che mi è rimasto.
Di perdere i ricordi insieme alle cose materiali.
E di non sapere più chi era.
Ne chi sono io.
Eppure…
Le dita affusolate che scrivono sulla tastiera assomigliano incredibilmente alle sue.
Sanno disegnare,scrivere e stendere la piadina proprio come faceva lui.
Lui che non c’è più ma sarà sempre parte di me.
Se mi guardo allo specchio posso vedere il suo lascito più prezioso.
Sono io.
Quasi trentacinque anni.
Un marito,un gatto e presto anche un cane.
Qualche tatuaggio e i capelli biondi.
Testarda e irriverente.
In testa tante domande e poche risposte.
Ma le più importanti le ho davanti gli occhi.
Mio padre non è in una manciata di immagini o in una vecchia macchina fotografica.
Mio padre non è un cumulo di domande senza risposte.
Mio padre sono io.

 

PANCAKE CON BURRO ALLA LAVANDA 

 

PANCAKE AL BURRO di LAVANDA

 

ingredienti :

per il burro alla lavanda :

200 ml di panna fresca
1 cucchiaio di fiori di lavanda essiccati

 

per i pancake : (dosi per 20 pancake)

 

500 ml di latte parzialmente scremato
280 gr di farina 1
3 uova
1 bustina di lievito per dolci
1 pizzico di sale
1 cucchiaino di zucchero
50 gr di burro alla lavanda,fuso
sciroppo d’acero per servire

 

Preparate il burro con largo anticipo versando la panna nel robot da cucina. Montatela per almeno 20 minuti ad alta velocità.
V
edrete il burro trasformarsi come per magia sotto i vostri occhi.
La parte grassa si dividerà dal quella liquida e piano piano si avvolgerà alla vostra frusta.
Strizzate per bene con le mani il vostro burro utilizzando delle garze sterili per aiutarvi.
Il siero che otterrete potrete utilizzarlo come una sorta di latticello.
Risciacquate il burro sotto acqua corrente fredda e avvolgetelo in carta forno fino ad ottenere un cilindro o la forma che più preferite.
Riaprite il pacchetto,cospargete la superficie con i fiori di lavanda e avvolgetelo nuovamente ben stretto. Conservate in frigorifero.
Ne otterrete circa 80 gr e si manterrà per un mese.
Ora preparate la pastella per i pancake.
Mescolate il latte con le uova,aggiungete il pizzico di sale e lo zucchero. Unite la farina setacciata insieme al lievito poco alla volta. Amalgamate bene il tutto e unite il burro fuso.
Mescolate con energia e lasciate riposare la pastella coperta da un panno per almeno 30 minuti.
Riscaldate una padellina,ungetela con poco burro e versatevi un mestolo di composto. Fate cuocere per un minuto,finché le bollicine che si creeranno in superficie scoppieranno tutte.
Ora girate il pancake e cuocete per un altro minuto.
Ripetete l’operazione fino a cuocere tutti i pancake.
Se volete potete conservare la pastella in frigorifero per qualche giorno e cuocerli la mattina o per merenda.
Servite accompagnando con sciroppo d’acero e una fettina di burro in superficie.

 

PANCAKE CON BURRO ALLA LAVANDA3

pic.PANCAKE CON BURRO ALLA LAVANDA2

 

Comfort Food, i Dolci

TUTTO AL SUO POSTO

2 Marzo 2015

Era una palazzina gialla e blu proprio di fianco alla mia scuola.
Salivi le scale e al secondo piano dovevi girare a destra.
A quel punto,lei aveva già aperto il portone marrone scuro e io e mia madre entravamo in casa.
Non ho mai scordato quell’odore.
Dopo trent’anni ancora mi perseguita.
Era un odore dolciastro e nauseabondo.
Un mix tra detersivo per i pavimenti,alcool rosa e un uso improprio di acqua di colonia 4711.
Io non andavo molto volentieri dalla signora in questione,ma mia madre,che a volte il pomeriggio andava ad aiutarla a fare i mestieri,spesso e volentieri mi portava con lei.
Ricordo che dovevo tenere a freno la mia gioia di bambina quando eravamo dalla signora.
Non sopportava le risate ne tantomeno le corse e in casa c’era sempre un cupo alone di dolore e tristezza.
Anche quando fuori splendeva il sole,le stanze erano immerse nella penombra e bisognava parlare sottovoce.

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DOMENICA o MARTEDI’ ?

17 Febbraio 2015

Quando ero bambina il mio giorno preferito della settimana era la domenica.
Potevo dormire fino a tardi e poi sgattaiolare nel lettone dei nonni.
La nonna mi faceva spazio accanto a se e il nonno accendeva la televisione.
Guardavamo le televendite,al tempo andava alla grande Vanna Marchi.
La nonna la imitava benissimo e insieme ridevamo ad ogni suo “d’accordo”.
Nel frattempo il nonno si era alzato,si era pettinato i capelli davanti alla toeletta di noce scuro.
Aveva indossato il cappello blu e ed era uscito silenziosamente.
Andava a prendere il giornale,diceva.
Ma io sapevo bene che sarebbe tornato con bel altro.
Si recava all’edicola e insieme al quotidiano comperava sempre qualche bustina di figurine per me.
Ricordo che una volta me ne comperò talmente tante che per parecchi giorni ne continuai a trovare negli angoli più disparati.
Dopo il giornale passava sempre in pasticceria.
Non era domenica se lui non ritornava a casa con il pacchettino marrone legato con il nastro dorato.
Tornava in sella alla sua bicicletta grigia,una mano sul manubrio e l’altra sotto il vassoio.
Come un perfetto equilibrista,attento a non rovinare le preziose paste.
Io lo aspettavo sulla porta,con ancora il pigiama indosso.
I piedini freddi sul pavimento gelido.

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IO NON MI AMMALO MAI

20 Gennaio 2015
Otto giorni otto.
Centomila fazzoletti usati.
Medicinali di ogni tipo.
Rimedi della nonna che resusciterebbero anche Lazzaro.
E ancora questo maledetto raffreddore non migliora.
E’ passata una settimana e sto come prima.
O forse anche peggio.
Malessere generale,mal di testa costante,mal di stomaco e inappetenza.
Si,avete capito bene,io inappetente.
Posso sopportare il naso che cola,le orecchie chiuse e la debolezza…ma l’inappetenza no.
Non è da me,ma d’altronde ogni cosa che mi sforzo di mangiare per mantenermi in forze,ha lo stesso sapore del cartone.
Ho provato a farmi gola con le mie pietanze preferite,ma l’unico risultato ottenuto è stata la mancanza di voglia di cucinare prima e soprattutto la poca voglia di mangiare poi.
Ho provato a mangiare il pesce,ma persino l’orata sapeva di scatola da imballaggi.
Ho provato a mangiare piccante ma nemmeno il peperoncino più forte è riuscito a stapparmi naso e orecchie.
Tantomeno ne ho sentito il sapore.
Ho consumato miele in abbondanza,ho quasi ceduto al rincuorante soccorso di una spremuta di arance rosse (che non posso assolutamente mangiare),consumato acqua termale come se non ci fosse un domani…ma ancora nulla.
Che poi si sa,quando sta male una donna mica si ferma il mondo.
E cosi,ti ritrovi a caricare la lavatrice con addosso la mascherina dell’areosol,facendo attenzione a non spostarti troppo perché il filo non è abbastanza lungo o a stirare seduta perché in piedi ti gira la testa.
La febbre non la provi nemmeno,tanto la situazione non cambierebbe.
Prepari il pranzo e la cena anche se tu non mangerai.
Rifai il letto anche se vorresti tuffartici dentro con un carpiato degno di Michael Phelps.
E se trovi dieci minuti liberi,invece di riposarti,ne approfitti per sistemare il cassetto della cucina che è in disordine da tempo immemorabile.
E’ una storia che avete già sentito,vero?
Quest’anno l’influenza ha mietuto un sacco di vittime,anche tra quelli che non si ammalano mai.
Pure io pensavo di uscirne indenne,e invece eccomi qua.
Gli occhi a sedici noni e il naso gratuggiato dal continuo sfregare del fazzoletto.
Non c’è nulla che può farmi stare meglio,nemmeno gli ultimi ritrovati farmaceutici che mi bombardano continuamente dalla pubblicità dello schermo tv.
Cioè,milioni di italiani a letto con l’influenza e in televisione passano ogni due per tre pubblicità di antipiretici,sciroppi e compresse effervescenti.
Che se per caso,volevi guardare un pò di tv per distrarti,ci pensano loro a ricordarti che stai male.
E allora,visto che ferma non so stare,me ne vado a cucinare.
Che fa anche rima e a me fa sempre bene.
E poi si sa,il cioccolato cura tutti i mali.
Si sa mai che mi faccia bene anche per il raffreddore!
 
 
 
 
 
 
 

 

 
 
 

TRUFFLES ALCOLICI al cioccolato

 

ingredienti :

 
250 gr di cioccolato fondente
50 gr di cioccolato al latte
125 gr di panna fresca
50 gr di burro
30 gr di nocciole spelate
1 cucchiaino di rum scuro 
2 cucchiai di cacao amaro,in polvere
 
Spezzettate il cioccolato fondente e mettete in una casseruola dal fondo spesso.
Unite il rum,la panna e il burro tagliato a tocchetti.
Fate sciogliere a fuoco basso,mescolando con l’aiuto di una spatola.
Quando il cioccolato sarà completamente fuso e il composto sarà ben amalgamato,togliete dal fuoco e fate raffreddare.
Io per accellerare i tempi,una volta freddo ho riposto in freezer per una mezz’oretta.
Dovrete ottenere una consistenza piuttosto soda,altrimenti al momento di formare le palline con le mani,il cioccolato si scioglierà.
Fate un paio di prove e se troppo morbido,lasciate ancora in fresco.
Nel frattempo mettete il cacao amaro in una ciotola e mettete da parte.
Ora prendete il vostro composto,che sarà raffreddato a dovere e con l’aiuto di un cucchiaio prelevatene una parte.
Formate una pallina poco più grande di una noce,adagiate una nocciola al centro e richiudete bene l’impasto su stesso.
Siate veloci,perché a contatto con il calore delle mani il cioccolato si scioglie che è una meraviglia.
Tuffate i tartufi nel cacao amaro,girateli bene per farli ricoprire interamente e posizionateli su un vassoio.
Lasciate raffreddare nuovamente in frigorifero per almeno 1 ora.
Se riuscite a resistere…
 
 
 
 
 

 

 

 

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LE RAGAZZE CRIX CROX

20 Novembre 2014
Le ragazze crix crox erano poco più che bimbette,biondi capelli e gambe storte. 
Spesso le potevi trovare con il nasino appoggiato alla finestra,a scrutare il mondo con gli occhioni sognanti che solo i bambini sanno avere.
Sognavano il loro futuro,lo elaboravano nella loro testolina non sapendo che la vita gli avrebbe riservato tutt’altro.
Le ragazze crix crox giocavano insieme,facevano il pigiama party e guardavano i cartoni animati.
I puffi,Candy Candy,Georgy,Jem e le Hologram…molto anni 80.
Quando la televisione si accendeva alle 16.00 dopo aver fatto i compiti e che quando i cartoni finivano,si spegneva.
Era allora che le ragazze crix crox andavano fuori e giocavano con le biciclette e la palla.
Alle volte,scendevano verso il fiume e giocavano con i ciottoli levigati dall’acqua e dal tempo.
Il tempo…proprio con il passare del tempo le ragazze crix crox sono diventate adolescenti,complici nei primi amori e nelle prime scappatelle da casa.
Telefonate interminabili nel cuore della notte,quando tutti dormivano e loro potevano parlare liberamente.
Sempre sottovoce,anche se poi quando gli veniva la sgrigna non riuscivano a trattenersi e scoppiavano a ridere nel bel mezzo del silenzio più totale.
E poi… poi sono diventate grandi e hanno assaggiato sulla propria pelle quanto sa essere dura la vita.
Quella vita che per un periodo le ha anche allontanate.
E poi,per caso,le ha fatte rincontrare.
Ma voi ci credete al caso?
Oppure era prestabilito,scritto da qualche parte che le ragazze crix crox si sarebbero riunite?
Insomma,è stata una coincidenza a farle ritrovare quella tarda mattinata invernale in un parcheggio?
Quel giorno…le parole fluivano senza controllo cercando di colmare il silenzio di anni.
Troppo tempo da poter coprire con un paio di chiacchiere.
Avevano il cuore colmo di felicità nel ritrovarsi donne.
Si erano lasciate da ragazze,quando pensavano di aver capito tutto e di avere il mondo in mano.
E ora,le stesse ragazze crix crox chiacchieravano fitto fitto,raccontandosi aneddoti e anni perduti per sempre come se si fossero salutate appena il giorno prima.
Come se non fosse passato più di un decennio.
Come se nel mezzo,in quel vuoto di 15 anni,non avessero mai smesso di essere loro,le ragazze crix crox.
Anche se un pò cresciute,acciaccate e con qualche ruga in più.
Ma sempre con gli occhi grandi e sognatori che solo i bambini,anche quelli un pò cresciuti,sanno avere.






















MINI CAKE con sorpresa

un’idea tratta dal libro Small-Batch Baking


ingredienti : per 6 tortine

150 gr di zucchero semolato
120 gr di farina 00
60 gr di burro
2 uova + 2 tuorli
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
1/2 cucchiaino di lievito per dolci
1 pizzico di sale


ingredienti per il frosting :

300 gr di zucchero a velo
2 albumi
1/4 di cucchiaino di cremor tartaro


ingredienti per la glassa :

200 gr di cioccolato fondente al 70%
2 cucchiai di olio di semi di girasole
granella di nocciole per la decorazione

Iniziate con il preparare le tortine.
In un pentolino fate sciogliere il burro e mettete da parte.
Montate le uova con lo zucchero finchè non diventeranno spumose e assumeranno la consistenza di una crema.
Potete usare anche un robot da cucina per la preparazione.
Setacciate la farina e il lievito per due volte,aggiungete un pizzico di sale e unite poco alla volta alle uova.
Mescolate fino a fare assorbire completamente la farina.
Ora unite un paio di cucchiai del composto al burro fuso,amalgamate bene per far incorporare il burro fuso al composto. Aggiungete al composto con la farina,mescolate bene e preparate i vostri stampini.
Il bello di questa ricetta è l’utilizzo dei barattoli di latta come stampi per le mini cake.
Riciclate 5/6 barattoli di alluminio,quelli delle verdure o dei pelati per capirci.
Con un apriscatole togliete sia il coperchio che il fondo,lavateli bene e asciugateli.
Ora coprite il fondo di ogni vasetto con della carta stagnola e poi imburrateli e infarinateli.
Riempite con la pastella per circa la metà e infornate in forno già caldo a 190° per 20 minuti.
Controllate con uno stecchino la cottura e mettete a raffreddare su una griglia con tutto il barattolo.
Raffreddandosi si staccheranno da soli.
Nel frattempo montate gli albumi con lo zucchero a velo e il cremor tartaro. Dovete fare una ghiaccia reale e gli albumi dovranno essere “fermissimi”.
Trasferite la glassa in una sac a pochè e quando le tortine saranno completamente fredde (mi raccomando,abbiate pazienza!) toglietele dai vasetti e decoratene la cima con una spirale di glassa.
Fate indurire e assestare la glassa,se volete accelerare un pò i tempi potete mettete in frigorifero le vostre tortine.
Spezzettate il cioccolato e fatelo sciogliere insieme all’olio in un pentolino che avrete posizionato a bagnomaria.
Una volta che avrete sciolto tutta la cioccolata e avrete ottenuto una consistenza liscia mettete in un bicchiere o contenitore profondo e stretto (ma che nel diametro lasci passare le tortine). Lasciate raffreddare per una decina di minuti.
Ora,tenendo le mini cake dal fondo immergetele nella cioccolata fusa fino a coprire interamente il frosting bianco.
Fate scolare bene dalla glassa in eccesso e posizionate su un vassoio. Spolverate con granella di nocciole e fate freddare completamente la copertura di cioccolata prima di addentarle.